Eventi: Dog Show europeo

Eurodog e Austrian Winner 2019 hanno superato con un totale di 20.056 cani esposti e 12.500 visitatori tutte le aspettative e sono stati senza dubbio il principale evento cinologico dell’anno. Naturalmente, un evento così importante rappresenta anche una sfida logistica e organizzativa speciale per chi organizza e per chi partecipa.
A questo evento molto importante per la parte espositiva di un soggetto quest’anno era presente Rocco Lettieri con due Ariegeois Dingo e Carlotta.
Qui di seguito un bellissimo ricordo ed una vetrina di soddisfazioni per Rocco e i suoi segugi francesi.

L’articolo prosegue a pagina 24 del numero 61 di “Cinghiale & Cani” in edicola

Il rifiuto del cambio e la caccia a forzare

Tratto dal libro “Addestramento e impiego del segugio su lepre”
Gildo Fioravanti editoriale Olimpia

È caccia particolare, di nobile tradizione, d’élite, che tuttavia altera l’equilibrio che regola la competizione naturale fra selvatico e cane.

Il rifiuto consiste, come noto, nella capacità di alcuni segugi, i migliori, di tenere la pista dello stesso selvatico inseguito, rifiutando quella di altri (da qui il gran rifiuto) che eventualmente e casualmente s’intromettano nel percorso. Essa deve valere anche in accostamento. Questa peculiarità, o specialità, è condizione essenziale della caccia a forzare, per cui i due argomenti sono strettamente collegati.

La caccia a forzare

La caccia a forzare l’animale senza fucile, vinto per stanchezza (per «stracca»), per esaurimento dai cani, è poco conosciuta nel nostro paese, avendo avuto notorietà soltanto per qualche equipaggio usato in passato su volpe di cui da diversi anni non si hanno più notizie. Al contrario, questa pratica ha antica e perdurante tradizione in Francia e Inghilterra in cui viene condotta su tutti i selvatici, dalla volpe al cervo, passando per il capriolo, il cinghiale, il daino. In Francia si forza anche la lepre, a piedi o a cavallo, mentre tutti i selvatici di maggior mole vengono perseguiti soltanto da cavalieri. Il complesso strutturale è l’equipaggio, costituto dalla muta, cavalli e cavalieri, canettieri, suonatori di traccia, maestro di caccia che dirige le operazioni. Il tutto arricchito dalle divise di particolari modelli e colori e regolato da norme e terminologie tecniche codificate dagli usi, con precisi e differenziati segnali di caccia (fanfare) mandati dai suoni delle trombe, sia per i cacciatori
solito fa bella cornice al quadro un castello o un maniero. Il capo del personale addetto alle mute (allevamento, addestramento, conduzione in caccia) è il bracchiere coadiuvato da aiutanti (valet de chien»).

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Gare: Canicom Cup

Comprensorio Alpino Val Borlezza, superficie totale 20.354,43, superficie territorio agro‐silvopastorale (Ha) 18.333,95. Comuni appartenenti all’ambito Rovetta, Castione della Presolana, Fino del Monte, Onore, Elusone, Songavazzo, Rogno, Cerete, Costa Volpino, Bossico, Sovere, Lovere, Castro. Il Comprensorio alpino è modellato dal bacino del torrente Borlezza, che dalle sorgenti del Giogo della Presolana sino all’altopiano di Clusone mantiene un andamento est‐ovest compiendo poi una brusca deviazione lungo l’asse nord‐ovest sud‐est. Il solco della valle scompone il comprensorio alpino in tre distinti settori montani: il gruppo della Presolana, il gruppo del Pora e il gruppo del Pizzo Formico‐Montagnina. Dal punto di vista altimetrico il comprensorio alpino è disomogeneo, spaziando dai 2521 mt. della Presolana ai 400 mt. slm di Lovere. Dal punto di vista vegetazionale il CA rientra solo parzialmente nella zona cosiddetta alpina; procedendo per strati altimetrici sono presenti a seconda dei distinti orizzonti: la vegetazione erbaceo‐arbustiva dell’ambiente nivale, la vegetazione degli ambienti alpini, caratterizzata dagli insediamenti vaccinio‐rododendreti, la vegetazione degli ambienti subalpini con consistenti popolamenti di aghifoglie, la vegetazione degli ambienti montani con formazioni forestali a predominanza di latifoglie e, nell’orizzonte più basso la vegetazione degli ambienti sub‐montani rappresentata dal trinomio roverella, carpino nero e orniello. Quest’ultimo orizzonte è abbastanza sviluppato man mano si scende dall’altopiano di Clusone verso la zona insubrica del lago di Iseo, dove alcune specie vegetaliarboree sono di sostituzione antropica, tra le quali prevale il castagno. In tutti gli orizzonti è marcata la presenza di aree aperte coltivate a prato‐pascolo, soprattutto l’altopiano di Clusone e tutto il fondovalle del Borlezza, da quest’ultimo sino alla confluenza con il lago d’Iseo.
Quest’ultimo tratto è caratterizzato da vaste aree aperte coltivate a prati da sfalcio polifiti e coltivazioni di mais. Il territorio del CA risulta particolarmente vocato ai cervidi e alla lepre comune, mentre la vocazionalità ai bovidi alpini, come camoscio e stambecco, è limitata alle quote altimetriche più alte dei gruppi montuosi della Presolana e del Pora. Il territorio del CA risulta parzialmente vocazionale ai cervi e ai lagomorfi, lepre comune e lepre bianca, per queste specie l’areale di distribuzione potenziale coincide con l’areale di presenza, anche se con densità fortemente disomogenee. Nei settori più marcatamente alpini della Presolana risulta alta la vocazionalità ai galliformi alpini, come il gallo forcello, la coturnice e la pernice bianca, per queste specie di avifauna l’areale potenziale è notevolmente più ampio rispetto all’areale di distribuzione delle singole specie di avifauna alpina. Le indagini svolte in campo faunistico hanno permesso di realizzare un quadro di sufficiente dettaglio circa la distribuzione sul territorio di numerose specie di vertebrati terrestri. In base alla presenza di un numero più o meno elevato di specie, anche non di interesse venatorio, e alla loro diversa valenza naturalistica, con un’analisi di tipo sinecologico risulta possibile definire le principali emergenze faunistiche di rilevante interesse conservazionistico meritevoli di interventi mirati di tutela a lungo termine: gallo cedrone, pernice bianca, lepre alpina e aquila reale. L’area individuata come vocazionale a queste specie coincidente con i livelli altitudinali compresi tra i novecento e i duemilacinquecento metri s.l.m., assume un indubbio valore per la conservazione di queste specie di grande interesse naturalistico e conservazionistico.

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Campionato Italiano ANLC in terra calabra

Il territorio italiano è vario e vasto con diverse caratteristiche morfologiche e climatiche, ogni regione e ogni provincia racconta una storia, con le sue origini e tradizioni. In questo 2019 la Libera Caccia ha scelto come destinazione per il suo Campionato Italiano per cani da seguita su lepre in categoria muta classe A quindi con finale giudicata da esperti giudici Enci la Calabria, più precisamente i territori di Gizzeria in provincia di Catanzaro e di Pian del lago in provincia di Cosenza. Due giorni dove zone di prati si sono affacciati sul Mar Ionio, e mentre le voci dei segugi cantavano con il naso a terra dietro al selvatico la mente sognava le note delle canzoni di cantautori conosciuti in tutto il mondo per le loro canzoni.
La musica popolare calabrese ha subito l’influenza delle varie etnie presenti nei secoli sul territorio, oltre che l’appartenenza al Regno delle Due Sicilie, a cui si deve gran parte della ricchezza culturale del Sud Italia. Una grande eredità artistica, che trova oggi testimonianza grazie alla presenza di numerosi e prestigiosi centri di rappresentazione, come il Teatro Rendano di Cosenza, il Teatro Politeama di Catanzaro, il Teatro Cilea di Reggio Calabria e il Conservatorio Torrefranca di Vibo Valentia. Tra gli strumenti che appartengono alla folclore di questa terra, troviamo la Lira, il Mandolino, la Zampogna, l’Organetto, la Raganella, il Fischietto, la Zumbettana e il Tamburello.

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Raduno a Vicovaro

Domenica 23 giugno nella splendida cornice dell’Oasi Francescana, che per il secondo anno ha ospitato il Raduno Nazionale per cani da seguita italiani ed esteri, si è svolta questa bellissima manifestazione all’insegna di un piacevole venticello sotto gli alberi del parco.
La location si presta in maniera favorevole per poter portare i nostri segugi al guinzaglio sotto la lente di ingrandimento dei Giudici Enci Vincenzo Ferrara, Sandra Piscedda e Fausto Cavalieri che al termine del Raduno hanno consegnato i vari titoli di miglior soggetto femmina e miglior soggetto maschio di ogni razza, i vari CAC per classe e i BOB per giungere alla premiazione del primo, secondo e terzo nelle coppie, nei gruppi e al best in show.
A catalogo più di 100 soggetti iscritti, varie razze presenti e pochi RSR, la caratteristica che prevale in questo evento è la presenza di conduttori e proprietari nuovi, spesso inesperti nel compilare una scheda di iscrizione ma con l’umiltà di capire e imparare come poter approcciarsi a questo tipo di evento che non è la solita prova lavoro.

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Prove di lavoro: 7º Campionato Regionale del Lazio

Nei giorni 8-9-10 marzo si è svolto il campionato regionale Lazio per cani da seguita su cinghiale in classe singolo, la prova ormai divenuta fiore all’occhiello della cinofilia segugistica laziale, la prova valevole come (qualificazione alla semifinale raggruppamento centro del campionato italiano S.I.P.S. ) suddiviso in tre giornate premia i punteggi più alti ottenuti dai soggetti presentati. Quest’anno la SIPS Roma ha cambiato le zone di sciolta per non sottostare a ricatti e capricci di piccoli uomini ed il nuovo palcoscenico della prova sono le AFV di Vejano e Barbarano sempre nel viterbese due aziende storiche della zona con un territorio che ancora mantiene le caratteristiche della vera maremma laziale, con bestiame allo stato brado macchia di querce intervallata da campi e forteti , con la giusta presenza di selvatici, l’anomala siccità del periodo a messo ancora più in difficoltà i concorrenti.
Il territorio si è mostrato selettivo e adatto a svolgere lavori importanti, i giudici Danilo Righi, ormai di casa, Giovanni Brumana e Riccardo Laschi hanno giudicato 48 soggetti mostrando come sempre la loro ormai nota professionalità e competenza.
Gli accompagnatori Diego Vagnarelli (capocaccia dell’azienda di Vejano ), Giuseppe Pietrini, Riccardo Panunzi, Daniele Fapperdue, Claudio Bruni (guardiacaccia dell’azienda di Barbarano) e tutti gli altri che non cito per evitare di dimenticarne qualcuno hanno supportato i giudici in maniera egregia mettendoli sempre nelle condizioni di poter seguire i turni.

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Prove Lavoro: 1° Trofeo Trasimeno Valnestore

La sezione provinciale Sips di Perugia nel 2018 mette a calendario la prova su cinghiale in terreno libero con CAC categoria singolo per la data del 30 31 marzo 2019. A primo impatto erano tutti un po’ scettici, come si può essere un po’ dubbiosi di fronte alle novità. Sino ad oggi non era mai stata organizzata una prova simile in questi territori ma Fabio Posti ci ha messo tutto se stesso, uscendone più che vincente.
Il ritrovo al mattino è al bar del circolo Arci Colle San Paolo, Panicale (PG) dove gli accompagnatori, precisamente Fabio Posti, Rosatini e Dorillo, i Giudici Enci Scalvenzi, Mora e Minelli e i concorrenti fanno estrazione delle batterie, delle zone e dei giudici. Le zone coinvolte per le sciolte sono Montalvino, Montali e Montarale. Questa prova oltre che essere la prima edizione è anche la 3° tappa circuito del centro valevole per la semifinale del Campionato Italiano Sips Atessa 2019.
Questa parte di territorio del Lago Trasimeno è molto conosciuta per itinerari di trekking, di bicicletta proprio perché la presenza di alternanza tra bosco e collina regala affascinanti paesaggi tipici umbri dove si possono visitare castelli e piccoli paesini dove l’accoglienza ne fa da padrone.
Tutte le zone di sciolta sono state scelte con accuratezza e dettaglio, dove le notti precedenti alla prova Fabio e i suoi amici cacciatori sono andati a controllare il movimento dei cinghiali.
La presenza dei concorrenti è di alta qualità e al termine delle tre giornate ha visto al terzo posto con il segugio maremmano Birillo di Di Giuseppe con Eccellente punti 173, al secondo posto il segugio maremmano Bruno di Campi Eccellente con punti 175 e al primo posto a vincere la prova il segugio maremmano Capitano di Alessandro Mori con Eccellente punti 183 e la consegna del CAC.

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Prove di lavoro: Cinofilia ad alta quota

Come in tutte le cose il tempo serve a migliorare le varie situazioni, infatti possiamo condividere con tutti voi che giunti alla seconda edizione del Trofeo Gran Sasso d’Italia tutto prende una forma nuova. Nel 2018 c’era un po’ di scetticismo da parte delle persone presenti sul territorio per poter capire che queste prove per cani da seguita su cinghiale categoria singolo e coppia svolte in terreno libero possono portare solo qualcosa di bello e di buono. Prima di tutto va scritto che il grande impegno messo da Massimo Di Benedetto, il suo entusiasmo e la sua volontà hanno coinvolto tutti quelli che sono intorno a lui e grazie alla collaborazione di tutti in questo 2019 il sorriso e la disponibilità sono cresciuti di parecchio.
Lo scenario ha sempre lo sfondo del Gran Sasso d’Italia, che è il massiccio montuoso più alto degli Appennini continentali, situato nell’Appennino centrale, interamente in Abruzzo, come parte della dorsale più orientale dell’Appennino abruzzese, al confine fra le province di L’Aquila, Teramo e Pescara. Nelle tre giornate di venerdi 22 sabato 23 e domenica 24 marzo si sono alternati diversi Giudici Enci: Mario Galletti, Roberto Pigliacelli, Elena Marcaletti, Gianni Turcatti e Gianfranco Ferrara. Nei tre giorni di prova si sono alternate batterie di singoli e di coppie e grazie ai bellissimi territori e un tempo tipicamente primaverile i segugi hanno potuto dare il meglio di se.
Accompagnatori: Biagio Magnarelli, Domenico Verdecchia, Sebastiano Cavacchioli, Bruno Di Silvestre, Adriano Bandiferri, Marco Di Benedetto.

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La rubrica dell’enologo: a sinistra del Tanaro

Questo interessante tour ci porta nuovamente in Alba, in provincia di Cuneo; ma la capitale delle Langhe è solo la nostra base. A pochi chilometri, il territorio della sinistra Tanaro ci accoglie con le sue bellezze artistiche e soprattutto paesaggistiche, tra ridenti colline vitate e lunghe pianure in cui l’orticoltura trova condizioni pedoclimatiche ideali unitamente a seminativi di cereali e noccioleti.
Per la caccia e la pesca, le occasioni non mancano, mentre gli appassionati di vini e gastronomia il viaggio sarà un’ottima occasione per utili incontri e convenienti acquisti.
Guarene
Posto in alto su un colle, con un panorama mozzafiato, Guarene ha conservato interessanti edifici storici. Citiamo il castello, oggetto di varie contese nel corso dei secoli. Venne anche distrutto e sulle rovine fu innalzata l’attuale costruzione, improntata al classicismo dello Juvarra su disegno del conte Giacinto Roero. Palazzo Re Rebaudengo è un bell’edificio settecentesco restaurato e trasformato in spazio espositivo. Ospita, infatti, seminari, laboratori didattici. Ambedue gli edifici fanno parte del circuito dei “Castelli Aperti” del Basso Piemonte. Interessante la Chiesa della Santissima Annunziata. Obbligatorio recarsi al “Poggiolo Panoramico”. Dalla struttura, la meravigliosa visione della pianura albese, delle basse Langhe, con il corso del Tanaro e le rocche di Alba e Barbaresco è unica.

L’articolo prosegue a pagina 20 del numero 59 di Cinghale&Cani

Gare – L’Ulisse Union League 2018: porta a caccia i Presidenti di tutte le Associazioni Venatorie

Dopo cinque anni siamo nuovamente a parlarvi dell’evento più discusso e più ambito dell’anno, l’Ulisse Union League, dove nelle prime due settimane di settembre a pochi giorni dall’apertura della caccia, i conduttori di mute a livello Italia si incontrano per cercare di assegnarsi il titolo di Campione dei Campioni. La storia e i presupposti per i quali è nata questa manifestazione ormai la conoscono tutti e non voglio annoiarvi con notizie scontate, scritte e riscritte.
Ogni anno però, gli organizzatori di questo evento cercano di creare nuove condizioni per non essere scontati, anche se ogni anno i conduttori con le loro squadre non sono sempre gli stessi e anche giusto dare un po’ di pepe a questi giorni di festa e di gara. Le difficoltà non sono poche, in quanto ottenere risultati importanti durante i vari campionati italiani che si svolgono durante la stagione delle prove di lavoro non è così semplice sia perché le condizioni non sempre lo permettono sia perché il concetto di muta non è più così diffuso. Se andiamo a vedere le prove in singolo i numeri sono decisamente alti, spesso non si trova posto mesi prima della prova, cosa che invece non accade per le mute, oggi mantenere una muta per le gare è molto impegnativo, sia dal punto di vista pratico che economico. Tanti usano gli stessi soggetti per andare a caccia e da una stagione all’altra può accadere che quel soggetto su cui avevi tanto puntato non c’è più perché perso durante una battuta di caccia al cinghiale, oppure la femmina che ti ha fatto la cucciolata non è tornata in forma e quindi devi pensare ad altro componente.

L’articolo prosegue a pagina 32 del numero 59 di Cinghale&Cani