Cinofilia: Selezione del segugio maremmano

A cura di Gabriele Dettori

La scelta di un cane di razza è una scelta responsabile, che dovrebbe essere dettata da quell’insieme di caratteristiche morfologiche e caratteriali che detta l’appartenenza ad una precisa razza. Il Segugio Maremmano, viene già menzionato verso gli anni ‘30, ma il primo riconoscimento ufficiale da parte dell’Enci verrà a febbraio 2009, mentre ad aprile 2017 la FCI conferma il riconoscimento della razza e da ottobre 2018 li viene assegnato il numero con il quale vengono contrassegnate le varie razze riconosciute, il Segugio Maremmano ha ottenuto il numero di standard 361. La selezione del Segugio Maremmano cosi come per le altre razze, deve rispecchiare tutte le caratteristiche morfologiche e caratteriali di cui la razza ne fa parte. La selezione a mio avviso, deve andare a pari passo tra morfologia e lavoro (se sono cani anche da lavoro). Un cane morfologicamente in standard ma carente in lavoro non rispecchierà a pieno la razza ma ancora peggio un cane con doti venatorie ma morfologicamente fuori standard (troppo basso troppo alto ecc). La selezione è un processo molto lungo, frutto di anni e anni di lavoro, dove l’allevatore si troverà di fronte a scelte difficili ma da dover fare per il bene della razza. Quest’avventura è iniziata nell’anno 2000 dove ancora non prevaleva un amore per una razza specifica,ma erano presenti dei soggetti simili al Segugio Maremmano.

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Veterinaria: Il Parto

Non solo per gli umani, ma anche il parto del cane è un momento di forte agitazione, soprattutto per il padrone.
Scopri tutto quello che devi sapere sul travaglio e come puoi aiutare il tuo cane a partorire.

Il parto del cane, oltre ad essere una delle esperienze più emozionanti nella vita della propria amica a quattro zampe, è anche
una delle più complesse per cui il padrone deve essere preparato. Il parto, infatti, richiede molta attenzione nell’osservare i
sintomi e i comportamenti della cagnolina incinta, che può mostrare nervosismo, ma anche perdita di appetito e una grande
necessità di tranquillità quando si avvicina il momento del parto. Cercando il posto adatto per poter far nascere i propri
cuccioli in tutta sicurezza, il cane spesso sceglie gli armadi o un letto. Ma quanto dura il travaglio? E come aiutare un cane
a partorire?

L’articolo prosegue a pagina 44 del numero 21 di Lepre Cani e Caccia attualmente in edicola.

Eventi: Raduno Pazzi segugisti d’Italia

Sabato 27 giugno 2020, in località Castiglione di Tornimparte in provincia dell’Aquila è stato organizzato il primo raduno dell’anno de I pazzi segugisti d’Italia, gruppo che nonostante la pandemia portata dal Coronavirus non ha mollato i suoi componenti e con grande sacrificio ha portato a termine questo primo obiettivo. Il gruppo formato da persone di tutta Italia ha esteso l’invito anche a noi, come rivista, di essere presenti all’evento e poter toccare con mano l’aria che si respira tra un gruppo di amici che hanno la stessa passione per i segugi. Momento di condivisione anche con le proprie famiglie dove anche se si parla di segugi ci sono momenti di puro divertimento dove ognuno apporta la sua storia nel gruppo. Dal Veneto, precisamente da Valdobbiadene in provincia di Treviso sono giunti Renzo e Alberto Rebuli che con il loro prosecco hanno inebriato il pasto. L’azienda situata in un luogo incantevole nel cuore del Prosecco Superiore DOCG, precisamente in località San Pietro di Barbozza, l’Azienda Agricola di Renzo Rebuli nasce nei primi anni ottanta. Dall’Umbria c’erano Agostino e Maurizio Antonelli, Angelo Paoli, Nunzio Latini, Giampiero Ferranti e Paolo Toglietti; dalla Toscana Marcello e Laura Lanzini, Giuliano Brandi e Laura, Bruno Santini; da Bari Giuseppe Quarato e Annamaria, Giuseppe Pepe; dal Lazio Gabriele Ciasco, Fabrizio (detto motorino) Stefano, Mariano; dall’Abruzzo Marcello Sebastiani, Gianni Massari, Daniele-Fausto-Vincenzo e Mattia Porfirio e Vincenzo Zaccagnini; gli organizzatori del posto Giorgio Conti, Aleandro Masciocchi, Salvatore Tresca, Marcello Buttari, Antonio Verdicchio e Aldo Giansante che ci ha permesso di mangiare bene, che si è occupato della cucina con tanta passione facendo assaggiare piatti tipici del posto.

L’articolo prosegue a pagina 30 del numero 21 di Lepre Cani e Caccia attualmente in edicola.

Cacciata istriana e 7° Campionato su lepre

Il secondo fine settimana dello scorso novembre ho avuto il piacere di prendere parte ad una battuta di caccia nella splendida cornice dell’entroterra istriano, nonché ad un campionato di prove di lavoro organizzato dal Club del Segugio Istriano di Parenzo lungo la costa della Croazia peninsulare. Dietro cortese invito, e in compagnia del giudice ed appassionato lepraiolo padovano Luciano Cesaro, giovedì 7 novembre 2019 intorno alle ore 13 ci lasciamo il Triveneto alle spalle per attraversare il Valico di Rabuiese e un tratto di Slovenia alla volta di Roč, piccola frazione di un centinaio di abitanti nel comune di Pinguente (Buzet), nel cuore dell’Istria rurale. Il programma prevede una cacciata tra i campi e le dolci colline della zona di Lanišć per il giorno seguente, e una successiva trasferta a Parenzo (Poreč) per assistere a una gara di segugi istriani su lepre tra i vigneti dell’Hinterland. Durante il tortuoso percorso di vie interne che ci condurrà alla prima tappa, tra splendide case in pietra e panorami selvaggi ingrigiti dalla stagione autunnale, incrociamo piccoli branchi di cinghiali, caprioli e qualche lepre, che ci tagliano la strada interrompendo per un attimo la solitaria asperità del paesaggio prima di riuscire ad avvistare, verso le 5 della sera, il meraviglioso campanile della chiesetta di Roč.Una volta raggiunta, in seguito, anche la piccola e accogliente locanda Restoran Danilea a Ročko Polje, dove trascorreremo la notte, il titolare Danijel imbandisce per noi una tavola con pietanze luculliane tipiche della tradizione locale, tra cui i classici Fuži (o fusi) al tartufo, la Zuppa Istriana e i più internazionali calamari alla piastra. Nel corso della cena ci raggiunge anche Steljo Grabar, nato a Colmo sotto Mussolini il 16 aprile 1935, che sarà la nostra guida durante la giornata di caccia di domani. Un brindisi con il Pelinkovac, l’Amaro dei Balcani, conclude il convivio e ci fa addormentare serenamente. La mattina successiva, raggiunti di buon’ora da Steljo, ci trasferiamo in macchina da Ročko Poljealla zona di Lanišć, fatta di colline da erbe alte, fossati di sterpaie e verdi prati dove pascolano pacifiche mandrie di mucche istriane dal manto grigio. Verso le ore 8.30, Luciano libera i suoi segugi italiani a pelo forte sul fianco di una collina erbosa. Il territorio si presta bene a nascondiglio per il selvatico, trascorrono pochi minuti prima che i cani scovino una lepre infrattata in un pruno. Il fato ci è favorevole, ma i riflessi devono ancora riscaldarsi, e l’occasione sfugge al semiautomatico del nostro amico passandoci quasi tra i piedi per scomparire in un’altra sterpaia.

L’articolo prosegue a pagina 22 del numero 21 di Lepre Cani e Caccia attualmente in edicola.

Memorial Tezzele e Manica

E’ passato un anno da questa manifestazione, un anno in cui sono accadute molte cose, quella che ci ha cambiati tutti,
o almeno, quasi tutti, che porta il nome di Covid-19.

Due splendide giornate di sole e di territori del Trentino meridionale hanno fatto da cornice nei giorni 3 e 4 agosto 2019 alla 4° edizione del “Memorial Italo Tezzele e Carlo Manica”.
Prova nazionale per cani da seguita su lepre per singoli e coppie classe A e B, manifestazione a cadenza biennale in ricordo di due soci segugisti della Riserva di caccia di Villa Lagarina (TN) prematuramente scomparsi per un male incurabile. Al timone dell’organizzazione la Prosegugio Trentina. Realtà che conta oltre 250 soci nella provincia di Trento e le riserve di caccia del distretto della dx e sx Adige e del distretto Alta Valsugana che hanno messo a disposizione territori e accompagnatori per la buona riuscita della manifestazione. Le due giornate di prova hanno visto gareggiare ausiliari e concorrenti provenienti, oltre che dal Trentino anche da altre numerose regioni d’Italia. Notevole è stato l’apprezzamento per le zone di sciolta e per la buona presenza di lepri, oltre che di altre specie selvatiche che hanno messo alla prova gli ausiliari, buono il numero di qualifiche. Sabato si sono svolte in dx e sx Adige le qualifiche per singoli e coppie classe B del Memorial Tezzele e Manica e la prova assoluta per le coppie classe A valevole per il trofeo messo in palio dalla Riserva di Caccia di Folgaria in memoria dei soci segugisti prematuramente scomparsi della stessa, mentre domenica tutti gli ausiliari e i concorrenti si sono spostati sull’Alpe Cimbra, territorio spettacolare per le verifiche zootecniche. Qui si sono svolte le finali del Memorial e la prova assoluta per i singoli classe A valevole per il trofeo messo in palio.

L’articolo prosegue a pagina 12 del numero 21 di Lepre Cani e Caccia attualmente in edicola.

Veterinaria: Parassiti… non solo un problema intestinale

Spesso con i nostri segugi ci troviamo di fronte a sintomi che non sappiamo decifrare e in alcuni casi ci possiamo trovare di fronte a questo tipo di patologia.
La filariosi è una malattia parassitaria che colpisce il cane. Ne esistono due tipologie: Filariosi cardio-polmonare il cui responsabile è “Dirofilaria Immitis” e filariosi cutanea il cui responsabile è “Dirofilaria repens”.

L’articolo prosegue a pagina 6 del numero 66 di Cinghiale&Cani attualmente in edicola.

Caccia e Cinofilia: La Foresta e Lo Strillone

Sinalunga è un comune italiano di 14.568 abitanti della provincia di Siena in Toscana sorge sulle colline che separano la Val di Chiana dalla Valle dell’Ombrone, a 47 chilometri da Siena. Il territorio del comune è compreso tra i 243 e i 540 metri sul livello del mare, con un’escursione altimetrica complessiva pari a 297 metri. Sinalunga è divisa in 2 parti, Sinalunga Alta in alto e Pieve di Sinalunga in basso.
Sinalunga, documentato fino al 1864 quando, con Regio Decreto, venne modificato il precedente nome di Asinalonga, sulla cui origine sono state fatte varie ipotesi. La più attendibile pare quella che fa riferimento alla morfologia della zona, peraltro citata anche da E. Repetti nel Dizionario Geografico Fisico e Storico della Toscana, poiché, spesso, le caratteristiche di un luogo portano alla spiegazione del toponimo stesso (vedi ad esempio Vallelunga, Collelungo, Montealto, Collalto…ecc.). Ed infatti, proprio sul bordo occidentale della Valdichiana si può vedere una lunga insenatura (Sinus Longus) formata dal Torrente Foenna prima di uscire nella Val di Chiana stessa. In epoca romana, infatti, questa insenatura era sicuramente un ambiente palustre che rimase tale fino al Medio Evo quando, ad opera della Repubblica di Siena, vennero realizzati i primi argini a questo Torrente per far defluire più facilmente le acque verso la Valdichiana centrale.
Se da una parte Sinalunga divide la Val di Chiana dalla Valle dell’Ombrone la passione per la caccia al cinghiale ha
unito nel tempo la squadra “La Foresta” con la squadra “Lo Strillone”. Il denominatore comune è sempre stato Danilo Farnetani che con sua moglie Adelma gestiva la caccia al cinghiale di questa zona, Claudio Zurli che gli è sempre stato vicino divenne il nuovo caposquadra dopo la sua malattia e insieme ai componenti della squadra Lo Strillone
decise di creare un gruppo e andare a caccia tutti insieme.

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Igiene del cane: La toelettatura

Quando si avvicina l’estate, quindi periodo di caldo, il lavoro dei parrucchieri canini aumenta in maniera esponenziale. Tuttavia, gli esperti avvertono che ci sono razze di cani che non bisogna tosare. Addirittura, tagliargli il pelo provocherebbe una serie di conseguenze negative per la loro salute.
Tipi di pellicce nei cani
Prima di tutto, occorre tener presente che i cani hanno un sistema naturale che gli permette di sopportare il calore. Infatti, questi animali sudano attraverso le loro lingue e cuscinetti, ma non attraverso la pelle come noi umani. Poi, per poter raffreddare o regolare la temperatura corporea, ansimano in modo molto vistoso. Se sono a pelo lungo o corto, poco importa. Inoltre, non tutti i cani hanno lo stesso tipo di pelliccia. Il mantello può essere lungo o corto, riccio o liscio, ma, soprattutto, la differenza principale risiede nel numero di strati del pelo. Alcune razze hanno un mantello costituito da due strati: uno esterno (più duro e spesso, che determina il colore esterno del cane) e un altro interno (più lanoso, morbido al tatto e fino). Questo strato rimane nascosto sotto quello superiore e consente di creare uno spazio d’aria fondamentale per mitigare la temperatura dell’animale. Lo protegge dal freddo, ma anche dal caldo. Dopo questa breve premessa, passiamo subito a parlarvi dei cani a cui non deve essere assolutamente tosata la pelliccia.
Tipi di cani che non bisogna tosare
Se un cane possiede questo sottostrato, anche se può sembrare che soffrirà molto caldo, al contrario non dovrete mai tosarlo. Starete distruggendo la sua arma naturale per la regolazione della temperatura, esponendolo al rischio di disequilibrare il calore corporeo. Ci sono molte razze di cani che non devono essere tosate per questo motivo. Alcuni esempi di queste razze sono le razze nordiche (come husky, alaskan malamute), cani pastori (pastore tedesco, svizzero, belga), border collie, mastini e molte razze di cani da caccia e acqua, come Labrador o bassotti. Soltanto per citarvene alcuni. Come regola generale non bisogna tosare quelle razze canine provviste di un doppio strato di peli. Dovrete fare molta attenzione anche ai meticci, dal momento che, nonostante non li somiglino, potrebbero aver ereditato questo doppio strato. Prima di commettere errori, quindi, esaminate con attenzione il vostro amico a quattro zampe o chiedete la conferma al vostro veterinario. Eviterete all’animale un trauma piuttosto grave.

L’articolo prosegue a pagina 46 del numero 66 di Cinghiale&Cani attualmente in edicola.

Conofilia: “Il Cimba” ovvero Renzo Cittadini

La famiglia Cittadini, originaria di Grosseto, ma sempre stata nella zona di Castiglione della Pescaia, è molto conosciuta da quelle parti soprattutto perché la cinofilia e la caccia al cinghiale né fanno da padrone. Pensate che troviamo anche un accenno nel libro “Caccia grossa in Maremma” luoghi, cani, cinghiali e personaggi dell’autore Franco Rapezzi stampato nel 2014 dove si parla di Ottavio Cittadini detto “Il Bianco” fondatore della squadra che porta lo stesso nome ancora oggi dopo tanti anni di caccia al cinghiale con i suoi cani Nizzi e Aroldo. Si dice che il suo soprannome nascesse dal fatto che già da molto giovane aveva i capelli bianchi. Tra la metà degli anni 60 e gli anni 80 cominciano a formarsi le varie squadre di caccia al cinghiale, in quanto la quantità di animali cominciava a farsi sentire e c’era necessità di organizzare il territorio nei vari comuni per valutare il contenimento di questo ungulato. Nel 1950 nasce Fiorenzo Cittadini e nel 1955 nasce suo fratello Renzo, vista la poca differenza di età crescono entrambi con la tradizione della caccia ma maggiormente per la cinofilia osservando lo zio Ottavio. A quel tempo i cani erano dei meticci di paese che venivano utilizzati per la caccia la cinghiale, la zona di caccia è sempre rimasta la stessa nel comune di Castiglione della Pescaia nella zona di Val di Loro con circa 1300 ettari di territorio cacciabile. Negli anni è stata costruita la casa di caccia dove avviene tutt’ora il ritrovo prima di iniziare la battuta, terreno concesso dalla famiglia Barabino precisamente da Dario e Carlo, ma possiamo dire che i ricordi di Fiorenzo e di Renzo risalgono sin da bambini. Pensate che Renzo prese il suo primo porto d’armi non ancora maggiorenne, a 16 anni come la legge di allora permetteva con il permesso dei genitori, cosa che invece Fiorenzo attese di compiere i 18 anni.

L’articolo prosegue a pagina 36 del numero 66 di Cinghiale&Cani attualmente in edicola

Prova di lavoro: Trofeo Mario Quadri 2020

L’8 e il 9 febbraio 2020 si è svolto il 14° Trofeo Mario Quadri, prova di lavoro per cani da seguita su cinghiale in territorio non recintato riconosciuto Enci con CAC. Come sempre organizzato dal Gruppo Cinofilo Grossetano in specialità muta. Una grande partecipazione premia la terra di maremma a riconoscere l’operato del nostro grande maestro serio, costruttivo e di qualità che il Quadri ha fatto per i segugi lasciando nell’aria quelle particelle che speriamo vengano incarnate dai futuri segugisti. Ci scusiamo con quei concorrenti che sono rimasti fuori causa raggiungimento della quota massima di partecipanti, proprio per questo l’organizzazione si sta attivando per elargire i gruppi di lavoro ed i territori per gli anni futuri. Proprio dall’aumento di richiesta di partecipazione, forse, inaspettato e dalle qualifiche, scaturisce dopo tanti anni un probabile ritorno da parte del segugismo italiano alle mute, specialità ridimensionata forse con l’avvento del riconoscimento delle categorie singoli e coppie. Ma veniamo alla prova. Ci limitiamo ad elencare e relazionare le mute qualificate: come saputo nel Trofeo Quadri non esiste una classifica, c’è solo il vincitore e il primo di batteria. Questo perché  la prova non deve avere gli attributi di una competizione, ma di una selezione. I giudici che onorevolmente hanno giudicato questa prova sono stati Maria Assunta Villa, Giuseppe Dodino ed Enzo Rispoli. Dopo il sorteggio dei giudici e delle batterie sabato 8 febbraio hanno conseguito la qualifica i concorrenti: Alessio Guerrini del Team Barbanera con una muta di Beagle formata da Crona, Pepa, Tibu’, Terremoto, Ronaldo e Rocco. Muta di buona tipicità liberati dimostrano un’ottima maneggevolezza ed una cerca non molto ampia.

L’articolo prosegue a pagina 30 del numero 66 di Cinghiale&Cani attualmente in edicola