Come già accennato nell’editoriale non potevamo ignorare questo nuovo fenomeno che ci troviamo a gestire. Se il Covid-19 ci ha tenuti lontani per un contagio tra persone ora la PSA (peste suina africana) ci obbliga a stare a casa per un contagio tra animali.
A volte penso di essere su “scherzi a parte”, perché è decisamente ridicolo e quasi paranormale che ci stiamo appena riprendendo dalla pandemia del Covid-19 con vaccini e green pass ed ora ci ritroviamo terrorizzati dalla peste suina africana. In questo articolo cercheremo di dare le informazioni utili e importanti per capire di cosa stiamo parlando. Se agli inizi del 2020 tanti si sono improvvisati viriologi per le persone oggi altrettanti pensano di sapere tutti su gli animali. Sarebbe utile lasciare che ognuno facesse il suo dovere per gli studi che ha fatto.
(foto di Giordano Tognarelli)
Malattia
Che cos’è
La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale, altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali, ma che non è trasmissibile agli esseri umani. È una malattia con un vasto potenziale di diffusione e pertanto una eventuale epidemia di PSA sul territorio nazionale comporta pesanti ripercussioni sul patrimonio zootecnico suino, con danni ingenti sia per la salute animale (abbattimento obbligatorio degli animali malati e sospetti tali), che per il comparto produttivo suinicolo, nonché sul commercio comunitario ed internazionale di animali vivi e dei loro prodotti (dai Paesi infetti è vietato commercializzare suini vivi e prodotti suinicoli). L’Organizzazione mondiale per la sanità animale ed il Nuovo Regolamento di sanità animale della Commissione Europea annoverano la PSA nella lista delle malattie denunciabili: qualunque caso, anche sospetto, deve essere denunciato all’autorità competente, come previsto già dal l Regolamento di polizia veterinaria – DPR n. 320 del 8.2.1954 art.1.
L’articolo prosegue a pagina 24 del numero 76 di Cinghiale&Cani attualmente in edicola