La gestione della fauna selvatica e l’equilibrio ambientale sono argomenti di cruciale importanza per l’agricoltura e la sicurezza pubblica, soprattutto nelle regioni italiane dove la presenza di cinghiali e altri ungulati rappresenta una sfida continua. Recentemente, le Marche hanno trovato al centro dell’attenzione a causa di una significativa sentenza del Tar e dell’imminente discussione in II Commissione regionale di una proposta di legge (pdl) sulla caccia. Questa situazione offre una preziosa opportunità per riflettere sulla gestione della fauna selvatica e sull’importanza di trovare un equilibrio tra le necessità agricole e la conservazione degli ecosistemi.
Il Tar delle Marche ha emesso una sentenza che, pur confermando la validità del Piano di Controllo del Cinghiale per il quinquennio 2018-2023, ha escluso l’uso della braccata come tecnica di selezione, limitando le squadre a operare con un solo cane. Coldiretti Marche ha espresso perplessità su questa decisione, sottolineando come essa potrebbe complicare gli sforzi volti al controllo efficace della popolazione di cinghiali, notoriamente responsabili di significativi danni all’agricoltura e alla sicurezza stradale nella regione.
Di fronte alla scadenza del Piano contestato e alla criticità della sentenza, Coldiretti Marche punta sull’importanza di concentrarsi sul nuovo Piano di Controllo e sulla proposta di legge in discussione, che include tra le varie misure una riforma degli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc). L’organizzazione agricola sostiene la necessità di un regolamento unificato per tutti gli Atc, in modo da superare le frammentazioni e le inefficienze gestionali passate che hanno condotto a commissariamenti e a una gestione discutibile degli equilibri ambientali.
Coldiretti Marche sottolinea l’importanza di attuare un controllo costante e responsabile sulla popolazione di cinghiali, con l’obiettivo di preservare l’equilibrio ambientale e ridurre i danni all’agricoltura. La proposta è quella di rendere le squadre operative responsabili nel raggiungere gli obiettivi di abbattimento stabiliti, un approccio che potrebbe contribuire significativamente alla soluzione del problema.
La presenza eccessiva di cinghiali ha causato danni ingenti all’agricoltura nelle Marche, con l’abbandono di coltivazioni importanti e redditizie a causa del rischio elevato di incursioni. Questa situazione ha effetti non solo economici, ma anche ecologici, influenzando la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi. Inoltre, la sicurezza stradale è messa a rischio dalla frequente presenza di ungulati sulle strade, con un numero significativo di incidenti gravi registrati nella regione.
La situazione nelle Marche riflette una sfida più ampia che riguarda il delicato equilibrio tra le attività umane, la conservazione della fauna selvatica e la protezione degli ecosistemi. La sentenza del Tar e la discussione sulla nuova proposta di legge sulla caccia rappresentano momenti cruciali per ridefinire gli approcci alla gestione della fauna selvatica, richiamando l’attenzione sull’importanza di politiche e pratiche di controllo responsabili e sostenibili. Sarà fondamentale un impegno collettivo tra istituzioni, associazioni ambientaliste e agricole, e la comunità regionale, per garantire un futuro in cui l’equilibrio ambientale e le necessità agricole possano coesistere armoniosamente.