Caccia: L’unione raggiunge l’obiettivo

In una sera d’autunno, mentre una tazza di camomilla fumante mi fa compagnia,suona il telefono e dall’altra parte della “cornetta” sento una voce che mi fa tornare indietro nel tempo.
Una voce che rappresenta gli anni che passano, una voce con un accento del sud, una voce che mi invita a trascorrere una giornata di caccia a cinghiale nel Cilento per narrare una buona causa.
Terra delle origini di famiglia, posti che mi fanno tornare bambina e pensare al caldo del mare e senza pensare, accetto l’invito……
Vedo scorrere panorami diversi dal finestrino del treno che oggi con l’alta velocità di fa arrivare in luoghi impensabili, che una volta venivano chiamati viaggi della speranza, perché sapevi quando partivi ma non sapevi quando arrivavi. Una volta scesa alla stazione, l’odore della salsedine mi inebria e ad aspettarmi Vincenzo Berardi, uno dei fondatori di questa magnifica iniziativa.
Il tempo trascorso in compagnia di tutti i componenti della giornata di caccia è volato, facendomi dimenticare la strada di casa, il senso della “famiglia” lo puoi sentire a tatto. Lascio la parola agli organizzatori che sicuramente hanno usato le parole giuste per descrivere questa giornata.

La regione geografica del Cilento, è quel lembo a sud della Regione Campania, appunto, terra cilentana, che si estende dalla piana del fiume Sele fino ai confini calabro-lucani lungo le gole del fiume Bussento, nel golfo di Sapri. Qui l’Appennino meridionale tocca il mare, difatti, l’area collinare, retro-dunale, subito si inerpica sulle alture appenniniche, fino ad arrivare alla più alta vetta campana, il Cervati coi i suoi quasi 2000 metri.
Più precisamente, siamo, in quel “Cilento costiero” che è la parte più significativamente riconducibile agli habitat della maremma tosco-laziale, per restare in tema di cinghiale, macchia mediterranea bassa, fittissima, fatta di ginestre, di mirto, erica e prugnoli e dell’immancabile leccio. Una bellezza naturalistica unica, di cui l’area dell’Alento con la sua diga lungo l’omonimo fiume rappresenta una delle più belle peculiarità biologiche e naturalistiche, qui vive ancora la lontra, un’area questa fatta di posti inaccessibili ancora pienamente incontaminati e selvatici.
La battuta, si è sviluppata, sulle colline prospicienti il mare, che danno, sia per l’orografia che per la vegetazione, enormi difficoltà per vincere il cinghiale. Luoghi impenetrabili, dove i cani devono essere soggetti di grande valore ed onore per contrastare la bestia nera, è qui, nel Comune di Cicerale che si è svolta la battuta del distretto.
Sostanzialmente la battuta del distretto nasce per due profonde motivazioni, che tutte le squadre dell’area dell’Alento hanno ritenuto esigenze necessarie da mostrare.

L’articolo prosegue a pagina 34 del numero 82 di Cinghiale&Cani attualmente in edicola.