Tra il frinire dei grilli ed il canto delle cotorne, sorge quel piccolo territorio dove sono nato e cresciuto e dove l’agricoltura e la caccia, sono pilastri per il sostentamento di chi ci abita.
La Sicilia è una terra di speranza, luogo di incontri, la terra del sole. Come disse Pirandello: “La Sicilia è un dono di Dio, lì l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte.” La Sicilia è terra di ricordi, di storie, di popoli e di artisti e quando penso agli anni che ci accompagnano ed a quante cose sono cambiate, non posso fare a meno di fermarmi un attimo e ricordare gli anni che furono, le corse in strada senza telefono, i pomeriggi a guardare i campi di grano accompagnati dal vento, le lunghe scampagnate con gli zii dell’America ed il nonno che ci raccontava com’erano diversi gli anni quando era lui ad essere piccolo.
Proprio quel nonno che, a distanza di anni e nonostante la sua assenza, non smette mai di essere presente. Tra i tantissimi ricordi che ho di lui, due in particolare continuano a parlarmi ancora oggi. Quell’antica, ormai perduta, sveglia con il gallo al centro che mio nonno usava per alzarsi la mattina e quella doppietta, ormai vecchia, che custodisco gelosamente nel mio armadietto.
Mi parlano dei racconti di mio nonno, della caccia al coniglio, icona della tradizione venatoria siciliana, dei racconti di un tempo, in una terra difficile e spesso dimenticata.
Sono cresciuto, come si suol dire, a pane e fucili, tra il caldo sole siciliano e le lunghe giornate di agosto che accorciavano l’arrivo di quel mese che noi tutti aspettavamo, settembre.
Settembre è un mese felice perché inizia la vendemmia e, di fronte ad un bel bicchiere di vino, si è tutti più felici. Ma settembre è anche il mese in cui si torna sui campi a cacciare ed a condividere le storie più folli raccontate dai cacciatori più disparati. Chissà dove inizia il vero e finisce la fantasia di quelle storie!
L’articolo prosegue a pagina 16 del numero 85 di Cinghiale & Cani attualmente in edicola.