Cinofilia: Gestione e prove nel veronese

Nei giorni 21 e 22 gennaio 2023 l’Associazione Cinofila Veronese pro segugio ha organizzato una prova per cani da seguita su lepre categoria singolo, coppia e muta nella ZRC degli Ambiti VR3 Mincio e VRS Tartato. L’Atc 3Mincio composta è da 9 comuni di Villafranca, Valeggio sul Mincio, Sommacampagna, Mozzecane, Nogarole Rocca, Trevenzuolo, Povegliano Veronese, Vigasio e Castel d’Azzano. Oggi il Presidente dell’ATC3 Mincio è Matteo Marchi e il Vicepresidente Stefano Toffanini. Il ritrovo per le due giornate è stato “Boccio Mozzecane”.
Il Comune di Mozzecane è un borgo situato nel nord-est dell’Italia, nella Regione Veneto, in Provincia di Verona (VR). Il borgo conta una popolazione residente di 7.656, suddivisa in 3.933 maschi e 3.723 con una densità pari a 308,09 abitanti per chilometro quadrato. Gli abitanti di Mozzecane dal 1971 sono aumentati di 4.876 abitanti pari al 175,40%. Il territorio del comune di Mozzecane ha una superficie di 24,85 km2 e una densità abitativa di 308,09 ab./km2 (densità intermedia). L’area del Comune appartiene alla zona altimetrica denominata pianura. Il centro abitato di Mozzecane si trova ad una’altitudine di 47 metri sul livello del mare: l’altezza massima raggiunta nel territorio comunale è di 62 metri s.l.m., mentre la quota minima è di 34 metri. s.l.m.
La località più vicina a Mozzecane è Nogarole Rocca, che si trova in linea d’aria ad una distanza di 5,11 km. La seconda località più vicina è Villafranca di Verona che si trova a 5,69 km.
Le grandi Città più vicine in linea d’aria sono: Bologna e Milano situati il primo ad una distanza di 99,54 km. e il secondo alla distanza di 128,54 km. Le Città con più di 30.000 abitanti più vicine sono Villafranca di Verona situata a 5,69 km. e Mantova che si trova ad una distanza di 17,07 km.
Il Direttore di Gara Riccardo Migliorini con la collaborazione dei vari accompagnatori, il corpo giudicante hanno reso queste due giornate di tranquillità e di confronto dove ha prevalso il senso della cinofilia sotto tutti gli aspetti di confronto e di crescita per il miglioramento e selezione delle razze tutelate dalla società specializzata. Quando dicono che un buon accompagnatore fa la differenza, credeteci, posso assicurarvi che riuscire ad arrivare al momento giusto fa la differenza per il risultato della prova perché quando il giudice riesce a vedere e sentire tutto il turno insieme al conduttore il confronto è equo e sano. Ogni evento ha la sua punta di diamante, questa volta la carta vincente è la presenza di parecchi giovani che sono stati premiati con una targa ricordo.
Spesso negli articoli vengono messe le qualifiche ma in questo vorrei ringraziare tutti i concorrenti indipendentemente dal risultato come potete vedere dalle foto la partecipazione è stata numerosa e con razze diverse.

Caccia: L’unione raggiunge l’obiettivo

In una sera d’autunno, mentre una tazza di camomilla fumante mi fa compagnia,suona il telefono e dall’altra parte della “cornetta” sento una voce che mi fa tornare indietro nel tempo.
Una voce che rappresenta gli anni che passano, una voce con un accento del sud, una voce che mi invita a trascorrere una giornata di caccia a cinghiale nel Cilento per narrare una buona causa.
Terra delle origini di famiglia, posti che mi fanno tornare bambina e pensare al caldo del mare e senza pensare, accetto l’invito……
Vedo scorrere panorami diversi dal finestrino del treno che oggi con l’alta velocità di fa arrivare in luoghi impensabili, che una volta venivano chiamati viaggi della speranza, perché sapevi quando partivi ma non sapevi quando arrivavi. Una volta scesa alla stazione, l’odore della salsedine mi inebria e ad aspettarmi Vincenzo Berardi, uno dei fondatori di questa magnifica iniziativa.
Il tempo trascorso in compagnia di tutti i componenti della giornata di caccia è volato, facendomi dimenticare la strada di casa, il senso della “famiglia” lo puoi sentire a tatto. Lascio la parola agli organizzatori che sicuramente hanno usato le parole giuste per descrivere questa giornata.

La regione geografica del Cilento, è quel lembo a sud della Regione Campania, appunto, terra cilentana, che si estende dalla piana del fiume Sele fino ai confini calabro-lucani lungo le gole del fiume Bussento, nel golfo di Sapri. Qui l’Appennino meridionale tocca il mare, difatti, l’area collinare, retro-dunale, subito si inerpica sulle alture appenniniche, fino ad arrivare alla più alta vetta campana, il Cervati coi i suoi quasi 2000 metri.
Più precisamente, siamo, in quel “Cilento costiero” che è la parte più significativamente riconducibile agli habitat della maremma tosco-laziale, per restare in tema di cinghiale, macchia mediterranea bassa, fittissima, fatta di ginestre, di mirto, erica e prugnoli e dell’immancabile leccio. Una bellezza naturalistica unica, di cui l’area dell’Alento con la sua diga lungo l’omonimo fiume rappresenta una delle più belle peculiarità biologiche e naturalistiche, qui vive ancora la lontra, un’area questa fatta di posti inaccessibili ancora pienamente incontaminati e selvatici.
La battuta, si è sviluppata, sulle colline prospicienti il mare, che danno, sia per l’orografia che per la vegetazione, enormi difficoltà per vincere il cinghiale. Luoghi impenetrabili, dove i cani devono essere soggetti di grande valore ed onore per contrastare la bestia nera, è qui, nel Comune di Cicerale che si è svolta la battuta del distretto.
Sostanzialmente la battuta del distretto nasce per due profonde motivazioni, che tutte le squadre dell’area dell’Alento hanno ritenuto esigenze necessarie da mostrare.

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Cinghialando con i giovani

Tutto nacque una domenica di novembre quando quattro amici, Filippo Bitozzi, Lorenzo e Francesco Agostini e Giacomo Mercatini, dopo una battuta di caccia al cinghiale, mentre aspettavano i loro ausiliari, intorno al tepore di un falò decisero per scherzo di organizzare una braccata al cinghiale, ma non la classica, una che avesse come protagonisti solo persone giovani, da un semplice scherzo la cacciata prese forma riunendo canai e poste delle squadre limitrofe.

La braccata si è svolta il 26 febbraio presso l’azienda agrituristica venatoria “Le Tegole” dove ad accogliere Filippo e i suoi amici che hanno dato tutti una mano nella gestione e nell’organizzazione della giornata, c’era Stefano Bogi che ha allestito la casa di caccia con la tipica colazione Toscana ed un caffè caldo.
Già da subito capirono che la giornata non era delle migliori; si alzò un forte vento e poco dopo iniziò a piovere ininterrottamente. La condizione era veramente tragica, ma grazie al loro entusiasmo e alla voglia di fare decisero ugualmente di portare al termine il loro ambito progetto “Cinghialando con i Giovani”.
Dopo una breve introduzione su la sicurezza e lo svolgimento della cacciata, mentre le poste si dirigevano alle loro postazioni, i canai organizzavano la strategia di sciolta essendo un recinto complicato con macchia mediterranea e condizioni climatiche avverse.
Si decise inizialmente di sciogliere una trentina di cani.

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Caccia e donna: Mamma o cacciatrice

Il ciclo della vita porta ogni essere vivente a nascere crescere e poi morire, la donna viene creata per fa si che possa dare vita a tutto ciò, infatti sono progettate per far figli e indifferentemente da ogni scelta personale che nessuno al mondo può mai permettersi di giudicare le donne possono diventare mamme, e anche le cacciatrici diventano mamme e i figli devono solo riempire la nostra vita ma mai modificarla. E’ cosi che vi presento Vincenza Ferretti con la frase che mi ha detto: “ho fortunatamente avuto una bellissima e serena gravidanza senza grossi problemi, un parto naturale e il mio piccolo Edoardo nato il 28 giugno 2022 è un angelo che sta con tutti ed è molto buono e sempre sorridente, lui ha arricchito la mia esistenza ma io ho solo un vizio ed è quello della caccia e dunque ho rinnovato anche in questo anno e anche se ho fatto solo sette cacciate per me è importante essere riuscita ad andare” Vincenza ha due sorelle, sono tre femmine, ma il padre Dino, cacciatore convinto, ha trasmesso comunque la sua passione, per Vincenza e le sue sorelle già da piccolissime era una festa quando alle quattro della mattina le chiamava per andare alla ricerca di tartufi con il grande cane Lampo o quando le portava a rientro o spollo e il loro compito era quello di recuperare la piccola selvaggina abbattuta dal padre.

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40° Trofeo Marsiliana regionale e nazionale

Quest’anno abbiamo raggiunto il traguardo dei 40 anni di questo trofeo molto sentito e storico della cinofilia toscana condiviso con molte altre regioni come Lazio, Umbria, Emilia Romagna, Liguria, Marche e Campania.
Fondato dal primo Presidente della Libera Caccia di Grosseto, il professore Mario Innocenti. Questo evento per le sue origini verrà gestito indipendentemente dalla presidenza della sezione della libera caccia che potrebbe o no cambiare nel tempo.
Per il 2022 la segreteria provinciale di Grosseto è stata gestita dal Presidente Johnny Bizzarri e il vice presidente Giussano Valentini che hanno collaborato con la segreteria Anlc di Siena di Sergio Fratelli e il suo collaboratore Davide Butini. Per il nord toscana c’è stato l’importante contributo del circolo di Riccardo Turin, come altri circoli: quello di Alessandro Magini, il circolo Scarti di Filippo Stefanelli, il circolo Apparita di Michele Moroni, il circolo cinofilo Fontorio di Giuliano Corridori, il circolo di Marsiliana di Diego Lombrichi e il circolo Rosa di Gloria Corridori e le sue due vice presidenti
Alessia Balestri e Giada Brachetti!

Per la categoria singolo e coppia i primi classificati sono andati a disputare il Campionato Italiano Anlc ad Atessa, non dimentichiamo la categoria trio e la muta. Quest’ultima si è svolta nel senese sotto la visione di Sergio Fratelli in stretta collaborazione con il presidente provinciale di Grosseto Johnny Bizzarri.

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Conofilia: Una figlia d’arte…

Ci sono situazioni della vita che non hanno parole tratte dal vocabolario, lo sguardo e l’intesa che unisce un padre ad una figlia è qualcosa di raro e unico.
Spesso si dice che le figlie femmine creano un rapporto viscerale con il padre, che per tutta la vita sicuramente la presenza e l’affetto che si riceve in questa occasione rimangono nel cuore.
L’intervista che andiamo a sviluppare è lo specchio di tutto ciò, infatti in tante occasioni abbiamo avuto modo di poterlo vedere con i nostri occhi. La tranquillità e la serenità che si vede nel viso di Tommaso Tocci quando alle prove cinofile la sua più fedele fans è proprio sua figlia Flavia.

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Caccia e cinofilia: Un cinghiale da 7 vite

L’atmosfera che si respira nella squadra di Rocchetta 1 è quella di festa, di scherzo e di serenità, il motivo è dato anche dal fatto che ci sono molti giovani che portano leggerezza e spensieratezza.
I ragazzi si fanno dispetti e si prendono in giro tutto il giorno, ma quando si tratta di andare a caccia allora diventano tutti “uomini”, la sicurezza prima di tutto con la consapevolezza di avere delle armi in mano. L’organizzazione del caposquadra e del capo canaio è quella di mettere le poste nella zona dove sono stati tracciati dei cinghiali e di mettere 1/2 cani per capire gli animali sono ancora in zona, una volta capita la situazione allora aggiungono cani volta per volta.
Insieme a Bruno Fattore, gli altri canai Emilio Iannotta, Aristide Buongiorno, Suriano Alessandro e Vincenzo Carracillo cominciano a scendere nel bosco e dare inizio alla battuta.
Fortunatamente la giornata ci permette di vedere e sentire ogni attimo dello svolgimento della battuta. In mattinata è stata fatta una zona dove si ipotizzavano un po’ di animali ma alla fine solo uno si è fatto trovare. Il fatto è che questo cinghiale ha mangiato pane e volpe per diverse mattine in quanto la sua astuzia nel evitare i colpi è stata veramente memorabile. Non vi sto a dire quanti colpi sono stati sparati senza andare a segno, i media avrebbero ragione su cosa dicono di noi, le padelle non si contavano più. Visto che la caccia è anche questo, sarebbe troppo facile raccontare il tiro con abbattimento perfetto, la cosa bella è condividere ogni attimo come fossimo tutti li, con il fiato sospeso, a sentire…. Un colpo….silenzio…..Un colpo….silenzio….Un colpo…. silenzio….poi… si è rialzato, non è possibile, eppure… mi era sembrato…. No…. Ne ero certo……le voci di Vincenzo Carracillo, di Ernesto Incolingo, Sergio Paliferro, Giovanni Iannetta si susseguono nel cercare di capire dove si è infilato quel cinghiale con dietro Lupina, Bella Bella, Elia e Aria che sentono abbaiare nel bosco fitto. Tutto questo è durato ore e km per poi arrivare e fermarsi da Cristian Pacitti. Ormai esausti e con cartucciere vuote si recupera il cinghiale e si decide di fare un’altra zona dove erano stati avvistati diversi branchi. Ovviamente doveva essere riportato alto l’onore visto la mattinata e con scaltrezza e ingegno si trova il modo di recuperare la situazione.

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Veterinario: Malattie della pelle e degli annessi cutanei

La pelle è sicuramente il tessuto animale maggiormente esposto alle aggressioni degli agenti patogeni esterni. Parassiti,
funghi, batteri possono provocare un gran numero di malattie cutanee; ma poiché la pelle è anche in stretto contatto con l’ambiente esterno, essa è facilmente oggetto di traumi, abrasioni, irritazioni e allergie. Pelle e pelo possono inoltre essere la spia di patologie che con la pelle hanno solo una relazione indiretta: parassitosi, disturbi ormonali, malattie epatiche, renali e gastroenteriche si ripercuotono in genere anche sull’aspetto del mantello.

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Cinofilia: Una scelta azzeccata

Poco dopo l’estate, quando le foglie cominciano a diventare gialle e poi arancioni per dare spazio a quello che sul calendario viene definito autunno, viene valutato e poi deciso che nel weekend del 19 e 20 novembre verrà organizzato dalla Prosegugio Nazionale in collaborazione con la Prosegugio di Ascoli Piceno e di supporto la Prosegugio di Fermo e di Teramo il 42° Campionato Sociale cat. Singolo, coppia e muta su lepre. A questo punto si mette in moto tutta la macchina organizzativa dove ne fa da padrone la collaborazione tra le varie sezioni per poter mettere a disposizione più territorio possibile per dare ad ogni concorrente il meglio del posto.
In primis un po’ non condivisa la scelta del periodo, in quanto è ancora aperta la stagione venatoria della lepre in tutto il territorio nazionale, ma invece ben pensata per i nostri ausiliari.
Quale periodo migliore di affrontare una prova importante come questa nel periodo in cui i nostri segugi sono allenati e in forma. Purtroppo il tempo con temperature molto calde per il periodo e con siccità alternata da momenti di acqua con forti nubifragi e temporali non ha aiutato la situazione.
Sentimenti e idee contrastanti hanno però portato ad un buon risultato in quanto alla fine delle iscrizioni ci sono stati 427 soggetti presentati al Raduno, 6 singoli, 24 coppie e 57 mute.

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Caccia: La regina dei cieli e la regina della corsa

Tutte le aquile sono caratterizzate da particolare robustezza e prestanza fisica: becco potente e uncinato, testa grande, ali ampie, corpi generalmente ricoperti di piume fino alle zampe che presentano artigli robusti, ricurvi e affilati. Hanno un volo potente, spesso veleggiato e maestoso; piombano dall’alto rapidissime sulle prede per poi afferrarle a volo radente.
Come tutti i rapaci, le aquile, dopo aver immobilizzato la vittima, iniziano a divorarla ancora viva e, spesso, la inghiottono intera per poi rigettarne ossa, penne e piume che non riescono a digerire.
Il cibo di questi rapaci è vario, ma sempre di origine animale. L’aquila reale preda marmotte, lepri, fagianidi, corvidi, tartarughe, piccioni, conigli, giovani cerbiatti. L’Aquila codacuneata, preda anche grossi pitoni, koala, opossum, canguri, wallaby, uccelli del paradiso e piccoli marsupiali. L’aquila minore si nutre principalmente di uccelli, in particolare stormi di piccioni, ecc.

Conosciamo tramite Freddy le emozioni che un aquiliere può provare all’azione di caccia e non di addestramento. Ovviamente la parte fotografica ci permette di capire le fasi di predazione che noi cinofili viviamo diversamente ma va rispettato ogni tipo di caccia….
La prima volta che vidi la caccia alla lepre con l’aquila reale fu nel 2005 in Austria e ne rimasi letteralmente rapito. Un’aquila può catturare prede anche molto grandi come volpe, sciacallo e capriolo ma la lepre ha un fascino irresistibile ai miei occhi, e mette alla prova le abilità di volo di questo maestoso rapace. La difficoltà infatti non risiede tanto nel trattenere la lepre una volta presa, ma quanto nel riuscire ad agganciarla.

Nell’est Europa la modalità più utilizzata di andare a caccia con le aquile è quella a “rastrello”,
in cui si procede molto lentamente facendo attenzione al più piccolo movimento e non appena una lepre scatta e parte nella sua corsa, l’aquiliere più vicino lancia dal pugno la propria aquila.
Come spesso avviene in questa modalità di caccia (anche con altri tipi di rapaci) al momento del lancio l’aquiliere avvisa a gran voce che la sua aquila è libera per evitare che più esemplari vengano rilasciati all’unisono rischiando che si attacchino tra di loro.

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