Cinofilia: Punti di vista: le quattro fasi del segugio italiano

Le origini del Segugio Italiano, secondo quanto tramandato nel corso della storia, sono antichissime. Si pensa che addirittura questo cane discenda dai primitivi cani da corsa dell’Egitto, portati dai commercianti Fenici sulle coste del Mediterraneo e approdati poi anche in Italia: nei numerosi disegni egizi di epoca Faraonica si notano cani somiglianti al Segugio Italiano, caratterizzati da orecchie pendenti. Altri riferimenti storicamente più recenti, raffiguranti il medesimo tipo di cane, sono raffigurati nelle statue presenti nei Musei di Napoli (Diana Cacciatrice) e del Vaticano (Diana scoccando L’arco), e nel dipinto del Castello di Borgo D’Este 1600 è ritratto un cane molto somigliante. In termini di origine del segugio italiano, non sappiamo con certezza se queste rappresentazioni corrispondano al vero: possiamo dire però con certezza che il cane attuale ha una storia ed uno sviluppo molto più recente. Nel 19° secolo infatti, la razza stessa ha avuto una svolta significativa per quanto riguarda tipo e omogeneità con la stesura dello standard ENCI e del disegno del Solaro, a cui gli standard di razza devono oggi fare riferimento. Per descrivere in maniera sintetica ma completa il lavoro svolto da questi nostri segugi, i cinotecnici del passato lo hanno suddiviso in quattro fasi fondamentali – più una quinta altrettanto importante.
Stando a quelle che sono le mie esperienze in termini pratici cercherò di descrivere, nel corso di questo articolo, come io stesso preferisco che vengano svolte.

L’articolo prosegue a pagina 24 del numero 31 di Lepre, Cani e Caccia attualmente in edicola.

Agonismo: Finale del Gran trofeo delle Alpi

Giunto all’8° edizione, dopo le varie selezioni svoltesi da aprile a giugno nelle varie tappe di Vicenza, Cuneo, Sondrio, Aosta, Bergamo nella Valle Imagna e Colli San Fermo, i concorrenti finalisti si sono ritrovati nel primo weekend di agosto nel bellissimo panorama bellunese.
Prima di raccontarvi la bellissima finalissima, per giusta conoscenza del lettore è doveroso spiegare come la sezione della Prosegugio di Belluno, nella persona del suo Presidente Davide Gallenda, e dei suoi consiglieri siano giunti ad avere i permessi per poter organizzare tale evento.
Il Veneto, nello specifico la provincia di Belluno, ha un regolamento e uno statuto da rispettare, ecco alcuni punti importanti da mettere in evidenza…

L’articolo prosegue a pagina 16 del numero 31 di Lepre, Cani e Caccia attualmente in edicola.

Aggiornamento Calendario Venatorio Emilia Romagna 2023 – 2024 in Seguito a Decisione del TAR

In data 22 dicembre, la Giunta dell’Emilia Romagna ha adottato una modifica al Calendario Venatorio 2023-2024, conformandosi alle disposizioni emesse dal TAR. A seguito di tale decisione, è stato necessario prendere atto dell’Ordinanza del TAR datata 7 settembre 2023, che ha accolto parzialmente una richiesta cautelare avanzata dall’Associazione Lega per L’Abolizione della Caccia (LAC).

L’Ordinanza ha stabilito l’apertura della caccia per alcune specie a partire dal 1° ottobre 2023, con chiusura secondo le indicazioni fornite dal parere ISPRA. Inoltre, ha limitato a una sola giornata aggiuntiva di caccia nei mesi di ottobre e novembre 2023.

Di conseguenza, la Giunta Regionale ha preso la decisione di adeguare le date di chiusura della stagione venatoria per le specie migratrici coinvolte nel contenzioso, rispettando quanto indicato nel parere di ISPRA. Le nuove date di chiusura della caccia sono le seguenti:

– Germano reale, Canapiglia, Fischione, Codone, Mestolone, Marzaiola, Folaga, Gallinella d’acqua, Porciglione, Beccaccino, Frullino: chiusura il 20 gennaio 2024
– Beccaccia: chiusura il 31 dicembre 2023
– Cesena, Tordo bottaccio, Tordo sassello: chiusura il 10 gennaio 2024

L’adeguamento delle date riflette l’impegno della Regione nell’aderire alle disposizioni legali e nel rispetto delle decisioni giuridiche, garantendo nel contempo la gestione sostenibile della fauna nella regione.

Il Quarto Bilancio Sociale della Federazione Italiana della Caccia: un Impatto Sociale Record nel 2022

La Federazione Italiana della Caccia (FIdC) ha recentemente presentato il suo quarto Bilancio Sociale, relativo all’anno 2022, confermando un impatto sociale eccezionale che ha superato i 2,7 milioni di Euro, più del doppio rispetto all’anno precedente.

Gestito da un ente terzo esterno, il Bilancio Sociale mira a rappresentare in modo oggettivo il valore delle numerose iniziative condotte a livello locale e regionale dalla Federazione. Nel corso del 2022, la FIdC ha organizzato ben 485 iniziative, di cui 257 a carattere sociale, 83 ambientali e 145 strettamente legate all’attività venatoria.

I dati emersi dal Bilancio rivelano che le iniziative ambientali hanno generato circa il 77% dell’impatto economico sociale totale, stimato in 2.095.519,78 Euro, con un impatto medio per iniziativa di 25.247,23 Euro. Queste attività hanno focalizzato l’attenzione sulla salvaguardia degli ecosistemi (59%) e sulla gestione della fauna (34%). D’altra parte, le iniziative sociali, sebbene più numerose, hanno contribuito con un impatto economico sociale di 630.267,24 Euro, con una media di 2.452,40 Euro per iniziativa.

I dati evidenziano l’impegno costante della Federazione nella promozione di un’attività venatoria sostenibile, confermando il suo ruolo centrale nel settore. Inoltre, il Bilancio mette in luce un cambiamento demografico nel mondo della caccia, con un significativo aumento delle cacciatrici e un’età media dei tesserati intorno ai 50 anni, sfatando il mito del cacciatore anziano.

L’impegno della Federazione nella comunicazione e nell’informazione su temi ambientali e venatori si è tradotto in un notevole aumento dei follower delle Sezioni regionali/provinciali sui social media (+243,4% rispetto al 2021), sottolineando l’importanza dei canali di comunicazione nel promuovere attivamente queste attività. (Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia)

Consiglio di Stato Annulla Ordinanza TAR Calabria: Federcaccia Attende Discussione sul Merito

In un decreto pubblicato oggi, la Sezione sesta del Consiglio di Stato ha preso una decisione urgente annullando e sospendendo tutti gli effetti dell’ordinanza emessa dal TAR Calabria in risposta al ricorso presentato da Anuu Migratoristi e Arcicaccia Calabria. Questa pronuncia riguarda le nomine dei membri dei comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia RC1 e RC2, effettuate dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria.

La Federazione Italiana della Caccia (Federcaccia) ha accolto favorevolmente la decisione del Consiglio di Stato e ora attende la discussione sul merito, fissata per l’11 gennaio. In una nota, l’Ufficio Stampa Regionale della Federcaccia invita le associazioni e coloro che hanno espresso giudizi e meriti prima delle decisioni definitive dei giudici a riflettere. Si sottolinea l’importanza di evitare distorsioni della realtà e di celebrare vittorie premature durante questo periodo di attesa. La Federcaccia si prepara a un confronto approfondito sulla questione, confermando la sua fiducia nel sistema giudiziario e nel rispetto dei tempi e delle procedure legali.

Marche: proseguono le operazioni di marcatura dei tordi

Si sono concluse nelle Marche, nella zona del Parco del Conero e di Senigallia, le operazioni di cattura di 6 esemplari di tordo bottaccio che sono stati dotati di trasmettitore satellitare e successivamente rilasciati.

Il progetto, finanziato da Federcaccia Marche e Federcaccia Nazionale e seguito dall’Ufficio Studi e Ricerche FIdC è volto a incrementare ulteriormente il patrimonio di dati relativi agli spostamenti dei tordi durante inverno e successivamente durante la migrazione prenuziale. Uniti a quelli degli esemplari oggetto di analoghe operazioni in programma in Sardegna la prossima settimana, consentiranno di avere un quadro sempre più completo sui tempi e le direttrici delle migrazioni per aumentare la conoscenza generale della specie e avere dati sempre più precisi e attendibili a supporto della gestione corretta della specie e dei tempi di caccia.

Progetto Solidale in Toscana: Centri di Lavorazione Selvaggina Donano oltre 2.200 Chili di Carne al Banco Alimentare

Dal luglio 2021, i Centri di Lavorazione Selvaggina della Toscana hanno dimostrato un impegno costante nella solidarietà, donando oltre 2.200 chili di carne pregiata, il cui valore commerciale si attesta intorno ai 45.000 euro, al Banco Alimentare. Questo progetto benefico continua a portare frutti positivi, con sette Centri che hanno recentemente aderito al nuovo avviso pubblico, prevedendo ulteriori donazioni.

La vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi, insieme all’assessore regionale alla salute, Simone Bezzini, ha presentato i risultati raggiunti finora e annunciato il nuovo bando. Saccardi ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, evidenziando come un investimento regionale di circa 8000 euro abbia generato donazioni di carne dal valore oltre cinque volte superiore. Il nuovo bando segna una transizione da una fase sperimentale a un programma più strutturato e organizzato.

Bezzini ha enfatizzato l’aspetto della sicurezza alimentare di questo progetto, evidenziando come il controllo della carne degli ungulati abbattuti (80 mila all’anno) consenta di monitorare la salute della selvaggina, garantendo prodotti sicuri e di qualità per la distribuzione.

Il rappresentante del Banco Alimentare ha elogiato l’iniziativa, che permette di utilizzare la carne degli ungulati abbattuti a beneficio delle famiglie bisognose, contrastando lo spreco alimentare.

Il presidente dell’ATC Siena, Roberto Vivarelli, ha sottolineato la rilevanza sociale dell’iniziativa, evidenziando che questa carne può aiutare coloro che altrimenti avrebbero difficoltà ad acquistarla.

L’avviso è stato pubblicato sui siti delle ASL toscane, e i rimborsi dei costi sostenuti dai Centri di Lavorazione Selvaggina saranno finanziati attraverso le ASL. La distribuzione al Banco Alimentare coinvolgerà diverse figure e istituzioni legate all’attività venatoria e al controllo degli ungulati, garantendo la sicurezza alimentare e una distribuzione efficace di questi alimenti preziosi.

Zooprofilattico Umbria e Marche: Corso on line per Bioregolatori

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati.” Ha organizzato e rende disponibile al seguente link https://formazione.izsum.it/eventi/2148 il corso: FORMAZIONE IN MATERIA DI BIOSICUREZZA PER L’ISCRIZIONE ALL’ELENCO NAZIONALE DEI BIOREGOLATORI.

Il Corso è gratuito ed è fruibile a distanza, pertanto può essere svolto in qualsiasi momento e direttamente dal partecipante.

Sul portale ogni informazione utile per l’iscrizione.

Abbattimento dei Mufloni al Giglio: Enpa e Parco dell’Arcipelago Toscano in due posizioni diverse

Gli ambientalisti tornano a sollevare critiche sulle operazioni d’abbattimento dei mufloni all’Isola del Giglio, suscitando una replica da parte di Giampiero Sammuri, presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano.

L’Enpa, dopo aver richiesto invano di fermare l’abbattimento dei mufloni, definendolo un “piano di sterminio”, sta considerando di presentare una denuncia per danno ambientale. Testimoni affermano che tutti i mufloni all’interno della Riserva Storica del Franco sono stati uccisi, provocando la perdita di un patrimonio genetico unico secondo l’Enpa. L’associazione intende chiedere giustizia per questo “gravissimo danno ambientale” causato dalle fucilate.
L’Enpa critica l’eradicazione come conseguenza di una “pericolosa deriva venatoria” che sembra considerare gli animali selvatici come la causa di tutti i problemi, riducendoli a una moneta di scambio politico.

Il presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano, Giampiero Sammuri, risponde indirettamente alle critiche in un’intervista rilasciata a Maremma Oggi. Sammuri esprime perplessità sulla difesa accanita dei mufloni al Giglio, sottolineando l’indifferenza verso gli abbattimenti annuali di centinaia di mufloni in altre regioni d’Italia.
Sammuri spiega che al Giglio, a differenza di altre regioni, il muflone non ha raggiunto un equilibrio con l’ambiente, richiedendo interventi di controllo. In risposta alle preoccupazioni sull’eradicazione, Sammuri cita i risultati sul patrimonio genetico unico inviati all’Ispra, il quale ha confermato la necessità di procedere con l’eradicazione e la sterilizzazione dei mufloni catturati.

Il presidente del Parco propone un cambiamento normativo per proteggere i mufloni al Giglio, suggerendo di escluderli dalle specie cacciabili in Italia continentale e classificarli come parautoctoni nell’isola, seguendo l’esempio della Sardegna. Altrimenti, sostiene Sammuri, gli abbattimenti continueranno.

Il Ministro all’Agricoltura Lollobrigida Promuove una Visione Bilanciata per la Tutela Ambientale in Europa

Durante la riunione della Commissione Agricoltura e Pesca a Bruxelles, il Ministro all’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, ha presentato un documento sottoscritto da diverse nazioni europee, ottenendo l’ampio sostegno di molti ministri. Il documento sottolinea il ruolo cruciale degli agricoltori nella tutela dell’ambiente e nella regolamentazione della biodiversità.

Nel comunicato del Ministero, si evidenzia la richiesta di rivedere la direttiva habitat con l’obiettivo di proteggere l’ambiente basandosi su dati scientifici oggettivi, senza pregiudizi ideologici. Lollobrigida ha sottolineato l’importanza di considerare l’agricoltore come un attore centrale, aiutando le specie in estinzione a sopravvivere e gestendo il sovrappopolamento di alcune specie per garantire un equilibrio nel regno animale.

Il Ministro ha sollevato l’urgenza di riconsiderare la posizione europea sui grandi carnivori, inclusi i lupi, in risposta alla loro eccessiva presenza in molte aree del continente. La revisione del quadro normativo sulla protezione dei lupi è considerata essenziale per affrontare le sfide legate alla presenza di animali selvatici.

Tra le richieste avanzate alla Commissione Europea, vi è la necessità di mantenere un finanziamento adeguato della Politica Agricola Comune (PAC) per sostenere l’attività agricola e riconoscere l’importanza di mantenere in produzione l’intera superficie agricola.

Infine, il Ministro ha richiesto un bilancio completo dell’attuazione della legislazione sul Green Deal e del suo impatto sull’agricoltura dell’UE. L’obiettivo è garantire che sia in linea con le priorità strategiche dell’Unione Europea, tra cui l’autonomia strategica, la sicurezza alimentare e la sovranità alimentare.

Il commissario europeo Janusz Wojciechowski ha elogiato l’Italia per l’iniziativa, assicurando un’azione decisa su tutte le questioni sollevate nel documento. L’incontro segna un importante passo verso una gestione equilibrata e sostenibile dell’agricoltura e dell’ambiente in Europa.