Il secondo fine settimana dello scorso novembre ho avuto il piacere di prendere parte ad una battuta di caccia nella splendida cornice dell’entroterra istriano, nonché ad un campionato di prove di lavoro organizzato dal Club del Segugio Istriano di Parenzo lungo la costa della Croazia peninsulare. Dietro cortese invito, e in compagnia del giudice ed appassionato lepraiolo padovano Luciano Cesaro, giovedì 7 novembre 2019 intorno alle ore 13 ci lasciamo il Triveneto alle spalle per attraversare il Valico di Rabuiese e un tratto di Slovenia alla volta di Roč, piccola frazione di un centinaio di abitanti nel comune di Pinguente (Buzet), nel cuore dell’Istria rurale. Il programma prevede una cacciata tra i campi e le dolci colline della zona di Lanišć per il giorno seguente, e una successiva trasferta a Parenzo (Poreč) per assistere a una gara di segugi istriani su lepre tra i vigneti dell’Hinterland. Durante il tortuoso percorso di vie interne che ci condurrà alla prima tappa, tra splendide case in pietra e panorami selvaggi ingrigiti dalla stagione autunnale, incrociamo piccoli branchi di cinghiali, caprioli e qualche lepre, che ci tagliano la strada interrompendo per un attimo la solitaria asperità del paesaggio prima di riuscire ad avvistare, verso le 5 della sera, il meraviglioso campanile della chiesetta di Roč.Una volta raggiunta, in seguito, anche la piccola e accogliente locanda Restoran Danilea a Ročko Polje, dove trascorreremo la notte, il titolare Danijel imbandisce per noi una tavola con pietanze luculliane tipiche della tradizione locale, tra cui i classici Fuži (o fusi) al tartufo, la Zuppa Istriana e i più internazionali calamari alla piastra. Nel corso della cena ci raggiunge anche Steljo Grabar, nato a Colmo sotto Mussolini il 16 aprile 1935, che sarà la nostra guida durante la giornata di caccia di domani. Un brindisi con il Pelinkovac, l’Amaro dei Balcani, conclude il convivio e ci fa addormentare serenamente. La mattina successiva, raggiunti di buon’ora da Steljo, ci trasferiamo in macchina da Ročko Poljealla zona di Lanišć, fatta di colline da erbe alte, fossati di sterpaie e verdi prati dove pascolano pacifiche mandrie di mucche istriane dal manto grigio. Verso le ore 8.30, Luciano libera i suoi segugi italiani a pelo forte sul fianco di una collina erbosa. Il territorio si presta bene a nascondiglio per il selvatico, trascorrono pochi minuti prima che i cani scovino una lepre infrattata in un pruno. Il fato ci è favorevole, ma i riflessi devono ancora riscaldarsi, e l’occasione sfugge al semiautomatico del nostro amico passandoci quasi tra i piedi per scomparire in un’altra sterpaia.
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Memorial Tezzele e Manica
E’ passato un anno da questa manifestazione, un anno in cui sono accadute molte cose, quella che ci ha cambiati tutti,
o almeno, quasi tutti, che porta il nome di Covid-19.
Due splendide giornate di sole e di territori del Trentino meridionale hanno fatto da cornice nei giorni 3 e 4 agosto 2019 alla 4° edizione del “Memorial Italo Tezzele e Carlo Manica”.
Prova nazionale per cani da seguita su lepre per singoli e coppie classe A e B, manifestazione a cadenza biennale in ricordo di due soci segugisti della Riserva di caccia di Villa Lagarina (TN) prematuramente scomparsi per un male incurabile. Al timone dell’organizzazione la Prosegugio Trentina. Realtà che conta oltre 250 soci nella provincia di Trento e le riserve di caccia del distretto della dx e sx Adige e del distretto Alta Valsugana che hanno messo a disposizione territori e accompagnatori per la buona riuscita della manifestazione. Le due giornate di prova hanno visto gareggiare ausiliari e concorrenti provenienti, oltre che dal Trentino anche da altre numerose regioni d’Italia. Notevole è stato l’apprezzamento per le zone di sciolta e per la buona presenza di lepri, oltre che di altre specie selvatiche che hanno messo alla prova gli ausiliari, buono il numero di qualifiche. Sabato si sono svolte in dx e sx Adige le qualifiche per singoli e coppie classe B del Memorial Tezzele e Manica e la prova assoluta per le coppie classe A valevole per il trofeo messo in palio dalla Riserva di Caccia di Folgaria in memoria dei soci segugisti prematuramente scomparsi della stessa, mentre domenica tutti gli ausiliari e i concorrenti si sono spostati sull’Alpe Cimbra, territorio spettacolare per le verifiche zootecniche. Qui si sono svolte le finali del Memorial e la prova assoluta per i singoli classe A valevole per il trofeo messo in palio.
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Veterinaria: Parassiti… non solo un problema intestinale
Spesso con i nostri segugi ci troviamo di fronte a sintomi che non sappiamo decifrare e in alcuni casi ci possiamo trovare di fronte a questo tipo di patologia.
La filariosi è una malattia parassitaria che colpisce il cane. Ne esistono due tipologie: Filariosi cardio-polmonare il cui responsabile è “Dirofilaria Immitis” e filariosi cutanea il cui responsabile è “Dirofilaria repens”.
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Caccia e Cinofilia: La Foresta e Lo Strillone
Sinalunga è un comune italiano di 14.568 abitanti della provincia di Siena in Toscana sorge sulle colline che separano la Val di Chiana dalla Valle dell’Ombrone, a 47 chilometri da Siena. Il territorio del comune è compreso tra i 243 e i 540 metri sul livello del mare, con un’escursione altimetrica complessiva pari a 297 metri. Sinalunga è divisa in 2 parti, Sinalunga Alta in alto e Pieve di Sinalunga in basso.
Sinalunga, documentato fino al 1864 quando, con Regio Decreto, venne modificato il precedente nome di Asinalonga, sulla cui origine sono state fatte varie ipotesi. La più attendibile pare quella che fa riferimento alla morfologia della zona, peraltro citata anche da E. Repetti nel Dizionario Geografico Fisico e Storico della Toscana, poiché, spesso, le caratteristiche di un luogo portano alla spiegazione del toponimo stesso (vedi ad esempio Vallelunga, Collelungo, Montealto, Collalto…ecc.). Ed infatti, proprio sul bordo occidentale della Valdichiana si può vedere una lunga insenatura (Sinus Longus) formata dal Torrente Foenna prima di uscire nella Val di Chiana stessa. In epoca romana, infatti, questa insenatura era sicuramente un ambiente palustre che rimase tale fino al Medio Evo quando, ad opera della Repubblica di Siena, vennero realizzati i primi argini a questo Torrente per far defluire più facilmente le acque verso la Valdichiana centrale.
Se da una parte Sinalunga divide la Val di Chiana dalla Valle dell’Ombrone la passione per la caccia al cinghiale ha
unito nel tempo la squadra “La Foresta” con la squadra “Lo Strillone”. Il denominatore comune è sempre stato Danilo Farnetani che con sua moglie Adelma gestiva la caccia al cinghiale di questa zona, Claudio Zurli che gli è sempre stato vicino divenne il nuovo caposquadra dopo la sua malattia e insieme ai componenti della squadra Lo Strillone
decise di creare un gruppo e andare a caccia tutti insieme.
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Igiene del cane: La toelettatura
Quando si avvicina l’estate, quindi periodo di caldo, il lavoro dei parrucchieri canini aumenta in maniera esponenziale. Tuttavia, gli esperti avvertono che ci sono razze di cani che non bisogna tosare. Addirittura, tagliargli il pelo provocherebbe una serie di conseguenze negative per la loro salute.
Tipi di pellicce nei cani
Prima di tutto, occorre tener presente che i cani hanno un sistema naturale che gli permette di sopportare il calore. Infatti, questi animali sudano attraverso le loro lingue e cuscinetti, ma non attraverso la pelle come noi umani. Poi, per poter raffreddare o regolare la temperatura corporea, ansimano in modo molto vistoso. Se sono a pelo lungo o corto, poco importa. Inoltre, non tutti i cani hanno lo stesso tipo di pelliccia. Il mantello può essere lungo o corto, riccio o liscio, ma, soprattutto, la differenza principale risiede nel numero di strati del pelo. Alcune razze hanno un mantello costituito da due strati: uno esterno (più duro e spesso, che determina il colore esterno del cane) e un altro interno (più lanoso, morbido al tatto e fino). Questo strato rimane nascosto sotto quello superiore e consente di creare uno spazio d’aria fondamentale per mitigare la temperatura dell’animale. Lo protegge dal freddo, ma anche dal caldo. Dopo questa breve premessa, passiamo subito a parlarvi dei cani a cui non deve essere assolutamente tosata la pelliccia.
Tipi di cani che non bisogna tosare
Se un cane possiede questo sottostrato, anche se può sembrare che soffrirà molto caldo, al contrario non dovrete mai tosarlo. Starete distruggendo la sua arma naturale per la regolazione della temperatura, esponendolo al rischio di disequilibrare il calore corporeo. Ci sono molte razze di cani che non devono essere tosate per questo motivo. Alcuni esempi di queste razze sono le razze nordiche (come husky, alaskan malamute), cani pastori (pastore tedesco, svizzero, belga), border collie, mastini e molte razze di cani da caccia e acqua, come Labrador o bassotti. Soltanto per citarvene alcuni. Come regola generale non bisogna tosare quelle razze canine provviste di un doppio strato di peli. Dovrete fare molta attenzione anche ai meticci, dal momento che, nonostante non li somiglino, potrebbero aver ereditato questo doppio strato. Prima di commettere errori, quindi, esaminate con attenzione il vostro amico a quattro zampe o chiedete la conferma al vostro veterinario. Eviterete all’animale un trauma piuttosto grave.
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Conofilia: “Il Cimba” ovvero Renzo Cittadini
La famiglia Cittadini, originaria di Grosseto, ma sempre stata nella zona di Castiglione della Pescaia, è molto conosciuta da quelle parti soprattutto perché la cinofilia e la caccia al cinghiale né fanno da padrone. Pensate che troviamo anche un accenno nel libro “Caccia grossa in Maremma” luoghi, cani, cinghiali e personaggi dell’autore Franco Rapezzi stampato nel 2014 dove si parla di Ottavio Cittadini detto “Il Bianco” fondatore della squadra che porta lo stesso nome ancora oggi dopo tanti anni di caccia al cinghiale con i suoi cani Nizzi e Aroldo. Si dice che il suo soprannome nascesse dal fatto che già da molto giovane aveva i capelli bianchi. Tra la metà degli anni 60 e gli anni 80 cominciano a formarsi le varie squadre di caccia al cinghiale, in quanto la quantità di animali cominciava a farsi sentire e c’era necessità di organizzare il territorio nei vari comuni per valutare il contenimento di questo ungulato. Nel 1950 nasce Fiorenzo Cittadini e nel 1955 nasce suo fratello Renzo, vista la poca differenza di età crescono entrambi con la tradizione della caccia ma maggiormente per la cinofilia osservando lo zio Ottavio. A quel tempo i cani erano dei meticci di paese che venivano utilizzati per la caccia la cinghiale, la zona di caccia è sempre rimasta la stessa nel comune di Castiglione della Pescaia nella zona di Val di Loro con circa 1300 ettari di territorio cacciabile. Negli anni è stata costruita la casa di caccia dove avviene tutt’ora il ritrovo prima di iniziare la battuta, terreno concesso dalla famiglia Barabino precisamente da Dario e Carlo, ma possiamo dire che i ricordi di Fiorenzo e di Renzo risalgono sin da bambini. Pensate che Renzo prese il suo primo porto d’armi non ancora maggiorenne, a 16 anni come la legge di allora permetteva con il permesso dei genitori, cosa che invece Fiorenzo attese di compiere i 18 anni.
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Prova di lavoro: Trofeo Mario Quadri 2020
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Informativa: Estratto della Convenzione Internazionale di Monaco del 1934 sull’allevamento e riproduzione di cani di razza
In questo periodo di coronavirus, dove tutte le attività sono sospese, costretti alla scrivania si pensa a quante cose vorremmo fare, a quante non abbiamo fatto e alla ricerca di tante informazioni utili per il nostro mondo cinofilo. Su tanti gruppi su whatzapp, creati per trovare il modo di comunicare, circolano tante domande, soprattutto in questo momento dove ci si affaccia alle cucciolate. Periodo di modelli A e modelli B per le denunce delle nascite di piccoli segugi e soprattutto come fare a consegnare a chi in qualche modo ci aveva chiesto un cagnolino della nostra razza.
Qui di seguito una guida utile, forse tanti sanno già queste notizie, ma forse tanti hanno un po’ di confusione perché magari chiesto qui e là con tanti concetti di tradizione ma non veramente fondati su un regolamento.
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Caccia: Quando lo chef sbaglia padella…
La bella cittadina di Montorio nel territorio di Teramo, ha per cornice un territorio fatto di piccole valli, dove scrosciano ancora i fiumi più irrigui, che ascendono fino alle vette del Gran Sasso d’Italia in un susseguirsi di campi, prati, boschi e fiori alpestri. Habitat di specie da salvare e proteggere, è custode di un grado di biodiversità così alto da permettere l’istituzione del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga. Così Montorio, posta all’imbocco dell’area protetta, è diventata “la vetrina del Parco”, e punto di partenza della Strada Maestra del Parco.
Con questo panorama, alle porte del Natale con un vento freddo che non ci ha abbandonati per l’intera giornata, abbiamo partecipato ad una giornata di caccia al cinghiale.
In questa domenica dove ormai tutto annuncia le feste natalizie siamo ospiti della squadra “Il Porcellino”, nata nel 1984 e oggi ha come caposquadra Luciano Furia, che proprio in questo 2019 si è unita con la squadra “I Cavalieri” caposquadra Massimo Di Benedetto. La zona di caccia assegnata si trova nell’ATC Vomano con estensione di circa 1300 ettari.
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Cinofilia: Massimo Micheli detto “Bin Laden”
Tranquilli, non stiamo parlando di terrorismo nella cinofilia, lungi da me il pensiero.
Ho dovuto scriverlo in quanto da nord a sud dell’Italia, se avessi scritto solo Massimo Micheli, probabilmente un buon 50% si sarebbe chiesto: “chi è???” Così invece è ben chiaro a tutti di chi stiamo parlando.
Massimo, nato a Foiano della Chiana in provincia di Arezzo da papà Silvano e mamma Marisa, nel novembre del 1966. Il suo destino da cinofilo era già segnato proprio da papà Silvano Micheli che con i suoi Pointer era un gran cacciatore e un gran garista cinofilo nel mondo dei cani da ferma.
Sin dall’età di 12-14 anni Massimo seguiva con grande interesse suo papà, i suoi occhi da bambino si illuminavano quando rientrato da una prova con i suoi cani, con i mano la coppa, a volte così grande, non per le sue dimensioni reali ma perché lui era ancora piccolo ascoltava come si era svolta la manifestazione. Agli inizi degli anni ’80, appena maggiorenne il suo primo traguardo è stato prendere il porto d’armi per poter andare a caccia con alcuni soggetti meticci, infatti a quel tempo non c’era ancora la cultura del cane di razza.
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