Cinofilia: Una famiglia di segugisti

Quando si dice che il segugismo è nel sangue, oggi ci troviamo davanti ad una famiglia che da ben quattro generazioni si tramanda la passione del segugismo con soggetti sulla lepre.
Tutto nasce in terra Umbra nella zona del Monte Tezio, nella parte nord del Comune di Perugia, che vi ha istituito un parco. I fianchi del monte sono coperti da querceti di roverella, quercia ed olmo; a questi si accompagnano carpino ed orniello, nonché pinete di diverse specie di conifere. Il monte e le sue vicinanze fanno parte del parco comunale di monte Tezio, che copre un’area di circa 135 ha. Il parco è gestito dalla Comunità Montana Monti del Trasimeno.
Prima generazione Adamo Piazzoli, seconda generazione Renato Piazzoli, terza generazione Sergio Piazzoli ed oggi quarta generazione Francesco Piazzoli e per non smentirsi hanno mantenuto la tradizione anche nella zona di caccia e di addestramento per i loro segugi non tradendo mai il loro Monte Tezio. Al tempo di Adamo i soggetti con cui andavano a caccia erano pochi e meticci, non esisteva ancora la cultura del cane di razza, ma questo poco importava, la cosa fondamentale era trascorrere delle piacevoli giornate all’aperto con amici. Nella storia del paese si narrava dei 4 dell’ave Maria: Piazzoli, Bachiorri, Guerciani e Alunni sino ad arrivare ad oggi con una bella muta di segugi italiani gestiti e coccolati da Francesco: Tito, Lea, Harsen, Laica, Falco, Desi, Margot e Diana. Proprio lui sin dall’età di 6 anni seguiva, terminata la scuola, nei giorni di caccia il babbo per sentire le voci dei loro cani quando scovavano la lepre, ci racconta Francesco in una uscita con i suoi segugi accompagnato da papà Sergio, da Elvio Girelli, detto Killer, da Ivo Montecucco e da Giuliano Muri.
Alla domanda come mai questa razza di segugi italiani, con un po’ di commozione in gola Francesco ci racconta che non c’è un motivo preciso di scelta ma che tutto è cominciato tra il 2005 e il 2006 grazie a Quartini Emilio. Affascinati ci facciamo raccontare com’è entrato nella sua vita questa persona e poi capiamo la sua commozione.

L’articolo prosegue a pagina 6 del numero 25 di Lepre Cani e Caccia attualmente in edicola

Caccia e cinofilia: la conduzione

Tratto dal libro “La conduzione del cane da cinghiale”
di Franco Serpentini – Fulvio Ponti

Con questo numero iniziamo un percorso di
informazioni da condividere tra cacciatori di cinghiale

Una delle numerose massime che ci venivano ripetute, quando imberbi monelli con i pantaloncini corti e le ginocchia sbucciate seguivamo i nostri maestri dietro i loro segugi, era la seguente: «Il grande cane fa sembrare bravi tutti i canettieri, il grande canettiere fa sembrare bravi tutti i cani».
U n tempo, per essere nominati canettieri occorreva aver superato un lunghissimo periodo di apprendistato, prima attraverso interminabili ore passate alla posta, poi con il primo cucciolo avuto in regalo l’investitura ufficiale, per arrivare pian piano a percepire l’ineluttabile cerchio della vita, con i vecchi maestri affaticati ancora una volta alla posta, a ripercorrere con i ricordi i propri sentieri di vita. Tutto era quanto di meglio la tradizione potesse offrire per farci crescere sani, forti e giusti. Canettieri lo si era quasi per predestinazione, ed era impossibile non apprendere l’arte se la scuola era delle migliori. Le fasi della conduzione Canaio, canettiere e conduttore sono i tre termini che contraddistinguono il cinegeta nell’atto delle sue funzioni e nei rispettivi contesti d’azione: battuta, braccata e girata (quest’ultima parallelamente con treppiede, cavalletta e caccia a singolo). La sua azione assume invece indistintamente il termine di «conduzione», nell’ intendere la successione organica e strutturata delle otto fasi che costituiscono l’attività cinegetica nella caccia al cinghiale.

Agonismo: Campionato Italiano Lady Anlc

Nel mese di giugno si è svolta a Campagnatico, in provincia di Grosseto, la finale del Campionato Italiano 4° Coppa Rosa riservato a sole conduttrici donne. Grazie alla collaborazione dell’Area Addestramento Cani “Il Casino” di Fabio Vegni e Ivano Ciacci. Le nove finaliste, selezionate dal Trofeo Interregionale Mademoiselle Gloria più due provenienti dalla Sardegna.
Due giornate all’insegna dell’altissima cinofilia che contraddistingue la terra di maremma, dove per il primo anno ha visto la partecipazione della Sardegna, che avendo svolto la prima Coppa Rosa sull’Isola giudicata da Gloria Corridori, ideatrice di questa competizione.
La Sardegna ha partecipato con due conduttrici prime classificate e tutte le loro squadre: Noemi Orru con Bianco razza Porcellaine e Alice Porcu con Vespa segugio Maremmano di Pompita Gianpaolo. La finale del Campionato Italiano, giudicata dai Giudici Giuliano Corridori, Presidente di Giuria, Marco Corridori, Delegato Provinciale alla Cinofilia, Gianfranco Corridori, coadiuvati da Alessandro Magini, Nicol Pallari, alla presenza del Delegato Regionale Walter Scotto ed Antonio Goretti. La premiazione è avvenuta nella splendida location La Giuncola a Granaiolo alla presenza del Presidente Nazionale ANLC Paolo Sparvoli, il Vice Presidente Vicario Sisto Dati, il Delegato Nazionale alla Cinofilia Luigi Parsi, Gian Paolo De Bei Delegato Regionale Regione Sardegna la Preziosissima Segretaria Provinciale Greta Tamburelli, tutti riuniti per questa tanto contesa competizione tutta in rosa che ogni anno accresce in modo esponenziale nella partecipazione.

1° Classificata, quindi coronata Campionessa Italiana assoluta Giada Brachetti con Guida di Renzo Cittadini (detto Cimba) Toscana Sud e Lazio. Giada Brachetti per la seconda volta con due cani e team differenti si porta a casa questo prezioso titolo nella 1°Coppa Rosa vince in terreno libero, finale Enci con Birra Team Pietro e Gabriele Locci, quest’ anno conduce Guida del canaio Castiglionese Renzo Cittadini, che scrive la storia dei cani da cinghiale in terra di Maremma.

L’articolo prosegue a pagina 34 sul numero 74 di Cinghiale&Cani attualmente in edicola.

Agonismo: Memorial Ferrari e Manganetti

Prova per cani da seguita su cinghiale a singolo

Nelle giornate di domenica 29 Agosto 2021, sabato 11 e domenica 12 Settembre 2021 in provincia di Massa Carrara, più precisamente nell’alta Lunigiana, si è svolta la Lunigiana Cup 2021 prova per cani da seguita su cinghiale categoria singolo. La Lunigiana Cup ha raccolto l’eredità del trofeo Valli Zerasche, manifestazione che per molti anni ha portato il “canto” dei segugi nello splendido anfiteatro naturale delle valli di Zeri. L’organizzazione è stata curata da Francesco Marafetti, Davide Baldini e Andrea Ferrari, quest’ultimo elogiato durante le premiazioni finali del trofeo dalla sezione provinciale della Prosegugio di Massa Carrara per le sue doti organizzative. La manifestazione prevedeva una giornata di qualificazione e due giornate di finale. La giornata di qualificazione fissata per domenica 29 Agosto si è svolta nei pressi del comune di Pontremoli, divisa in 6 batterie da 5 concorrenti ciascuna, giudicata da giudici federali. Mentre la finale si è svolta nelle giornate di sabato 11 e domenica 12 settembre nel territorio comunale di Zeri, giudicata da un giudice Enci. Alla finale avevano accesso i primi qualificati di batteria più i due migliori secondi posto per un totale di otto finalisti, quattro per giornata.

L’articolo prosegue a pagina 20 del numero 74 di Cinghiale&Cani attualmente in edicola

Razze: Il Segugio Maremmano

In questi ultimi anni si è parlato e si continua a parlare del segugio maremmano, del suo arrivo nel mondo della cinofilia segugistica e facente parte del gruppo 6 delle razze tutelate dalla Prosegugio.
Oggi la Prosegugio ha iniziato un progetto sulle razze e ha deciso di fornire a tutti i suoi soci un libretto con alcuni chiarimenti sulla razza.
In questo numero partiamo con lo standard morfologico, il prossimo quello sul lavoro.
Il Segugio Maremmano è una grande realtà della cinofilia italiana non ha nulla da invidiare alle razze più conosciute ha tutte le caratteristiche per diventare un grande successo internazionale visto che svolge il suo compito con grande maestria. Questa razza è principalmente nata per cacciare il cinghiale, selvatico ormai onnipresente in Italia e nel mondo animale potente e pericoloso che i bravi Segugi Maremmani sanno affrontare in maniera eccellente. Vi voglio visualizzare l’habitat in cui deve lavorare e nel quale è stato selezionato: la macchia mediterranea un intrico di roveti, pruni selvatici erica ortiche ecc. in mezzo a questi forteti si trova il regno di sua maestà Cinghiale.
Solamente i Cani Prudenti ma Coraggiosi riescono a cavarsela. La prudenza ed il coraggio sono le caratteristiche basilari del Segugio Maremmano.

STANDARD DEL SEGUGIO MAREMMANO

Segugio Maremmano

TRADUZIONE: Dott. Vincenzo Ferrara

ORIGINE: Italia

DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD UFFICIALE IN VIGORE: 12.09.2018

UTILIZZAZIONE: cane da seguita impiegato principalmente per la caccia al cinghiale. Il Segugio Maremmano eccelle ugualmente nella caccia della lepre e di altri mammiferi.

CLASSIFICAZIONE FCI: Gruppo 6 Cani da seguita, cani da ricerca del sangue e razze apparentate. Sezione 1.2 Cani da seguita di taglia media. Con prova di lavoro.

L’articolo prosegue a pagina 46 del numero 73 di Cinghiale&Cani attualemnte in edicola.

Agonismo: 2° Trofeo Mademoiselle Gloria Interregionale ANLC

Nell’area addestramento cani Sterpeti nel comune di Magliano In Toscana, Grosseto, si è disputato il 2 Trofeo Mademoiselle Gloria, competizione Interregionale Anlc, che ha visto contendersi questo ambito trofeo da 50 conduttrici donne provenienti da tutta Italia. Le prime none classificate si sono contese il Campionato Italiano ANLC 4° Coppa Rosa. Le prime cinque classificate dell’eliminatoria Mademoiselle Gloria, disputeranno la Finalissima con sparo, una vera e propria battuta di caccia al cinghiale. Hanno giudicato i Giudici Nazionali Giuliano Gianfranco e Marco Corridori, acquisisce durante questo Trofeo Interregionale il titolo da Giudice Regionale Alessandro Magini. Prima classificata, CAMPIONESSA ASSOLUTA Alessandra Saccocci con Garibaldi, segugio maremmano tigrato Eccellente punti 170, proprietà di Nello e Sergio Cogno.
Seconde in ex equo Sharon Scappa con Principe, segugio maremmano tigrato Eccellente punti 169 di Francesco Statuti e Mattia Valeri, e Debora Provvedi con Giulio segugio maremmano tigrato Eccellente punti 169 del Team Paradisi. Terze in ex equo Mara Lazzarini con Ziva Eccellente punti 168, segugio maremmano tigrato proprietà di Daniele Benanchi, e Giada Brachetti con Guida segugio maremmano fulvo Eccellente punti 168, proprietà di Renzo Cittadini (detto Cimba).

L’articolo prosegue a pagina 30 del numero 73 di Cinghiale&Cani attualmente in edicola.

Storia e cinofilia: 50 anni di Niccolini: da Baracca a Tondino

Lo scorso 11 luglio, nella splendida cornice delle prime colline che sovrastano la città di Grosseto salendo verso Scansano, presso l’agriturismo “Casa di Barbara” della famiglia Falchi, si sono svolte le premiazioni di due importanti trofei per cani da seguita su cinghiale in singolo di casa Federcaccia, il Trofeo Falchi e il Trofeo Niccolini, quest’ultimo giunto alla sua cinquantesima edizione. Nel 2020 infatti ricorreva il cinquantenario di una delle più datate manifestazioni cinofile su cinghiale organizzate dalla Federazione Italiana della Caccia di Grosseto, nata dalla volontà di alcuni grandi personaggi del panorama venatorio maremmano di “mettere in evidenza le caratteristiche fondamentali che debbono essere possedute dal cane, per mezzo del quale si esercita la caccia al cinghiale.” Così scrivevano in un manifesto custodito negli archivi della Sezione Provinciale di Grosseto, gli ideatori Corrado Rualta e Orazio Balducci, proprio negli anni in cui “questa forma di caccia sta raggiungendo livelli di popolarità e partecipazione mai avuti in passato.”
Le due manifestazioni, interrotte a metà del loro percorso a causa della pandemia, sono state caparbiamente portate a termine grazie soprattutto al lavoro di Gaetano Zambrini e Massimo Falchi, proprio per non perdere, nel caso del trofeo Niccolini, l’anno del cinquantenario. Sono stati così chiamati a disputare la finale gli 8 concorrenti qualificati nelle fasi eliminatorie 2020, prima dello stop. Nelle macchie di Castiglion della Pescaia il lavoro di Tondino, segugio maremmano del sig. Chechi Moreno, è risultato essere il migliore e rispondente alle caratteristiche di razza e allo spirito della manifestazione. I giudici Enci chiamati a giudicare la prova sono stati Danilo Righi, Riccardo Laschi e Ugo Verdini.
Come dichiarato negli interventi dei partecipanti alla premiazione, oggi come allora rimane la visione che gli ideatori avevano voluto dare fin dall’inizio e così descritta nel manifesto: “…La tradizione antica che è radicata nei cacciatori maremmani è un altro degli aspetti in base ai quali la Sez. Prov. Cacciatori di Grosseto si è sentita in dovere di assumere questa iniziativa. Ciò per garantire che prove di questo genere siano condotte in base a schemi vicini a quelli che si rilevano dalla pratica quotidiana della caccia al cinghiale. In questa manifestazione i protagonisti dovranno essere due: il cane, al quale sarà chiesto di assolvere al ruolo che gli è proprio nella caccia e la stessa caccia al cinghiale, che rappresenterà il naturale sottofondo sul quale le prove dei cani si articoleranno.

L’articolo prosegue a pagina 16 del numero 73 di Cinghiale&Cani attualmente in edicola.

Agonismo: Rascino, il regno di Fioravanti

L’Altopiano di Rascino è un altopiano carsico situato nel Lazio orientale, in provincia di Rieti, tra i Monti del Cicolano (Cicolano) ai confini con l’Abruzzo nord-occidentale, all’interno del territorio del comune di Fiamignano, con l’intera area classificata come sito di interesse comunitario (SIC).
Esteso per 7 km circa, dall’8 all’11 luglio qui si è svolto il Trofeo Fioravanti, prova per cani da seguita su lepre categoria mute. La prova organizzata dalla Sips sezione di Rieti in collaborazione con la Sips Nazionale e la Sips Regione Abruzzo. Giovedi 8 e venerdi 9 ci sono state le qualificazioni, dove hanno gareggiato ben 78 mute.

L’articolo prosegue a pagina 38 di Lepre Cani & Caccia n. 24 attualmente in edicola.

Gestione: Lepre comune (Lepus europaeus)

Sul numero 24 di Lepre Cani e Caccia è pubblicato l’articolo di approfondimento che fa conoscere la Lepre comune, la sua sistematica, l’habitat, le geonemia, la biologia per arrivare alla fasi di cattura per ripopolamento.

Lepre comune (Lepus europaeus)

Lepre Europea
CLASSE: Mammiferi (Mammalia)
ORDINE: Lagomorfi (Lagomorpha)
FAMIGLIA: Leporidi (Leporidae)
GENERE: Lepus Linnaeus, 1758.
SPECIE: LeptJs europaeus Pallas, 1778.
NOMI ITALIANI: Lepre, Lepre comune, Lepre europea.
DIMENSIONI: Lunghezza testa-corpo da 48 a 70 cm.; lunghezza della coda da 7,4 a 11,2 cm.; lunghezza del piede posteriore da 11 a 16 cm.; lunghezza dell’orecchio da 6,5 a 7,3 cm.
PESO: alla nascita g. 70-150; adulti kg. 2,5 2,5-6,5.
FORMULA DENTARIA: I 2 -1, C 0 0-0, PM 3 3-2, M 3 3-3 = 28 .
MAMMELLE: 3 paia (1 paio pettorali, 2 paia addominali).
PERIODO RIPRODUTTIVO: da gennaio a settembre
MATURITÀ SESSUALE: tra i 6 e gli 8 mesi di età.
DURATA DELLA GESTAZIONE: 41-41-42 giorni.
PARTI: 3-4 all’anno.
NUMERO DI PICCOLI PER PARTO: da 1 a 6.
LONGEVITÀ: 9-10 anni

L’articolo completo prosegua a pagina 6 del numero 24 di Lepre Cani e Caccia attualmente in edicola.

Territorio: Parco del Cilento, Valle di Diano e Alburni. Aprire i parchi alla cinofilia

Sul numero 24 di Lepre Cani e Caccia è pubblicato l’articolo “Parco del Cilento, Valle di Diano e Alburni. Aprire i parchi alla cinofilia”.
Aprire i parchi alla cinofilia. Domenica 6 giugno in un luogo suggestivo e pieno di tradizione si è svolto uno degli eventi più importanti per il raggiungimento di un traguardo a livello nazionale per la cinofilia segugistica. Il Team Monte Pruno, nella persona del Presidente Vitantonio Cobucci, del Direttore Francesco Palmieri e di tutto il team, in collaborazione con la Banca Monte Pruno nella persona del suo Direttore Generale Michele Albanese hanno organizzato una giornata nel comune di Roscigno Vecchia in provincia di Salerno per poter aprire le porte del Parco Nazionale del Cilento, Valle di Diano e Alburni alla cinofilia segugistica.
L’articolo prosegue a pagina 24 del numero 24 di Lepre Cani e Caccia attualmente in edicola.